Lo spettacolo Teatralmente, un unico personaggio: il presunto “amico” di Puccini. Interpretato magistralmente da Claudio Monteleone il quale, ha tenuto costante l’attenzione del pubblico (e non è stato facile, non avendo un interlocutore sul palco) con un’interpretazione densa di colori vocali che andavano dalla tristezza, alla gioia, allo sfottò, seguendo i ricordi del personaggio.
Il tenore Stefano Cresci oltre al Rodolfo di “Che gelida manina” si è calato nei panni di Cavaradossi, interpretando con sentimento “E lucevan le stelle”, mentre il baritono Michele Pierleoni si è cimentato in un convincente Scarpia in “Tre sbirri, una carrozza, presto…” dal finale del primo atto della Tosca. Ad accompagnare i cantanti al pianoforte il M° Fabrizio Datteri, che non si è limitato al mero accompagnamento, ma ha dato spessore musicale allo spettacolo con l’interpretazione dei preludi del Tabarro (inizio spettacolo) e Suor Angelica (fine spettacolo) oltre ad all’Intermezzo, eseguito in maniera molto appassionante, di Manon Lescaut.
Il lavoro di Federico Lodovichi è uno spettacolo pulito e lineare, che attraverso la semplicità del linguaggio cerca di far emergere il carattere del compositore lucchese, narrando alcuni tratti della sua vita veri o romanzati (la scoperta dell’Opera, gli studi milanesi, i rapporti con le donne, la moglie Elvira, le liti con Toscanini, Torre del lago e altro ancora) dai racconti di un ipotetico amico. Ne viene fuori uno spettacolo leggero e godibile che trasporta per quasi un’ora e mezzo lo spettatore nel mondo dell’Opera.
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