L’evento, tenuto dalla dottoressa Stefania Lombardo, esperta in studi internazionali, ha riscosso molto successo. La relatrice, che ha studiato la lingua araba all’Università degli studi di Palermo e all’Istituto Bourghiba di Tunisi, ha trattato dell’arte della calligrafia araba e dello sviluppo dei suoi principali stili fino ai giorni nostri, facendo però un salto indietro nel tempo ed esponendo l’atteggiamento aniconico che caratterizza l’intera comunità musulmana, quell’atteggiamento secondo cui non si possono rappresentare esseri viventi.
La Lombardo ha analizzato le varie rappresentazioni del Profeta Muhammad, sia ad opera di artisti musulmani sia ad opera di artisti occidentali fino ad arrivare ad un vero e proprio dibattito sulle tristemente note vignette danesi e di Charlie Hebdo. Al termine ha messo in luce come le singole lettere arabe non sono soltanto dei segni convenzionali che permettono la formulazione scritta o orale, ma sono concepite – secondo la scienza delle lettere – come contenenti una molteplicità di principi, qualità e significati.
«Con questa conferenza e più in generale con la mia tesi di laurea – così la dottoressa Lombardo – ho tentato di mettere in luce una cultura di cui spesso si parla in maniera inappropriata. Ho ritenuto altresì fondamentale affermare che un modo diverso di esprimere e comunicare il sentimento artistico rispetto al nostro, non ci deve far porre in una posizione di superiorità, ma al contrario invitarci a riflettere e ad apprezzare il gusto artistico dell’altro. La bellezza non ha colore, non ha razza e non ha terra se non la terra del dialogo e del rispetto, della comunicazione internazionale ed interculturale».
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