Guasticce “Le temps prend feu”. Questo il titolo del nuovo cortometraggio del videomaker guasticciano Simone Tognarelli. Nella pellicola recitano una giovane promessa della danza, ballerina al famosissimo Teatro alla Scala di Milano, Karina Samoylenko e un ragazzo di Guasticce, Alessandro Contini. Alcune delle riprese sono state fatte su un set nel paese.
Come nasce questo progetto?
«Da una composizione musicale di Jacopo Aliboni. Il nostro percorso è iniziato con A new born, il primo cortometraggio che abbiamo realizzato e che fu presentato a Cannes. Ci troviamo ad avere, con questo percorso comune, una collaborazione fra due figure diverse della produzione artistica, lui è un musicista, io un videomaker e fondiamo le nostre professionalità in questo progetto. Talvolta l’idea a monte è cinematografica e poi si sviluppa di conseguenza la parte musicale, mentre altre volte è da un’idea musicale che si sviluppa la dimensione cinematografica. In A new born, l’idea a monte era mia; una storia che poi lui ha musicato, mentre in altri siamo partiti da una sua composizione e da lì si è sviluppata la pellicola. Questo è il nostro quarto cortometraggio comune. Ci piace questa idea di squadra, in cui diverse personalità artistiche danno ciascuna il proprio contributo».
Con Le temp prends feu, invece?
«Qui Jacopo mi ha fatto ascoltare questa sua composizione musicale dal titolo omonimo (Le temp prends feu) e da lì mi ha chiesto di costruirci una storia. Io mi sono occupato della regia, del cortometraggio in sé, ma tutto prende vita dalla sua idea musicale».
Quando uscirà il cortometraggio?
«Sono state completate le riprese, ora si trova in fase di post produzione; stiamo lavorando al montaggio, agli effetti… Sarà completato nell’arco di una decina di giorni. Poi lo invieremo ai vari festival per avere una copertura, speriamo internazionale come con A new born perché lì fu un successo, fu proiettato in tutti e 5 i continenti e ha avuto tante occasioni per essere visto, pur essendo un lavoro criptico. Giornalisti italiani e non lo hanno recensito… hanno scritto di come si è sviluppata questa idea… Ci aspettiamo di continuare su questa linea e di percorrere anche con questo cortometraggio la stessa strada».
Durata della pellicola?
«Intorno ai 6 minuti. Abbiamo usato infatti solo una parte (il primo movimento) della composizione completa».
Quanti attori recitano in questo corto e chi sono?
«Ci sono due personaggi: una ballerina di origini russe della Scala di Milano, Karina Samoylenko e Alessandro Contini, guasticciano che recita al Teatro Goldoni di Livorno; un ragazzo che si è avvicinato alla recitazione che abbiamo deciso di coinvolgere in questo progetto assieme a questa giovanissima ballerina, già professionista nel suo settore. Si vede che lei sa già quel che deve fare. Ma, al netto di questo, va detto che è stata trasportata in un contesto diverso: da quello accademico della Scala a uno che attinge dal surreale e ha degli elementi che un po’dovevano “sporcare” la sua esibizione. I due hanno creato un’alchimia riuscita benissimo».
La trama?
«Non si può ancora rilevare, quello che posso anticiparvi è che si parlerà del tempo e delle emozioni. La fruizione deve suscitare delle emozioni che, se si rivelano prima certi elementi… Di più non si può dire per ora».
Quanto tempo e quanto lavoro ha richiesto il tutto?
«Il progetto è stato concepito alla svelta; poi abbiamo pensato a come sviluppare il tutto; abbiamo dovuto cercare una ballerina, elemento chiave di tutto il cortometraggio. L’abbiamo trovata grazie ad una scuola di Pietrasanta, che ci ha fornito dei contatti. Abbiamo selezionato le possibili candidate; ci è piaciuta lei, anche perché era interessante sperimentare il contrasto fra l’ambiente accademico e quello di questo cortometraggio. Dalla concezione all’organizzazione vera e propria è intercorso un anno. È stato difficile trovarsi tutti, con la ballerina che vive a Milano… Poi va spesso all’estero…»
A te personalmente questo lavoro cosa ha suscitato?
«Direi quello che ha suscitato a tutti noi; parlerei a nome di tutti. Questo percorso ci dà degli stimoli per capire di volta in volta quanto riusciamo con il nostro proporre qualcosa di interiore ed ermetico a comunicare a chi ci guarda. È un percorso stimolante. La risposta è settoriale, ma c’è. E poi… il potersi confrontare con personalità diverse, anche se inserite negli stessi contesti… Avere uno scambio continuo, anche a livello emotivo, su quello che accade sul set, arricchisce e fa crescere anche dal punto di vista artistico».
Aspettative?
«Continuare con questo percorso e arrivare un po’ oltre, riuscendo ad inserirci in un circuito di festival, arrivare a far sì che la gente ci veda e giungere a delle produzioni che ci aiutino dal punto di vista economico per creare questi prodotti che ad ora sono tutte produzioni artigianali, confezionate da noi con i mezzi che abbiamo. Ci piacerebbe fare delle cose anche più in grande. Questo lavoro in particolare sarebbe in realtà il frammento di un lungometraggio che piacerebbe trovare il modo di farci produrre. Ecco, vorremmo andare in questa direzione. Noi ci sentiamo pronti a far parte di una macchina più grande e più complessa».
IL CAST
Attori: Karina Samoylenko, Alessandro Contini
Regia: Simone A. Tognarelli
Musiche di: Jacopo Aliboni, eseguite da Far(away) Ensemble
Sceneggiatura: Jacopo Aliboni, Simone A. Tognarelli
Direttore della fotografia: Maurizio Maltoni
Fotografo di scena e direttore artistico: Angelo Liuzzi (assistito da Samuela Staccioli)
Riprese da drone: Videofotovolando di Dimitri Menicagli
Location manager: Ekaterina Kulakovskaia, Silvia Scaringella
Produttore esecutivo: Davide Tognarelli (assistito da Amanda Mbaye e Simona Tocchini)
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