Quale futuro? Il territorio colligiano deve, prima che sia troppo tardi, iniziare a riflettere su quale possa essere il proprio futuro e cercare di prenderne le redini. Che ne sarà di Collesalvetti fra 10 anni o anche meno? E di Stagno? E di Guasticce? E Vicarello, Nugola, le altre frazioni collinari? Quali prospettive di sviluppo economico, quali scenari per la vita comune, per l’aggregazione sociale? Il nostro territorio non è un’isola staccata dal resto del mondo, si trova inserito a pieno nel mondo, nelle sue logiche, in una globalizzazione che può rappresentare un’opportunità tanto quanto essere quell’elemento che come un vortice risucchia e distrugge il tessuto del territorio. Viviamo in un’epoca in cui il mondo viaggia ad una velocità impressionante, in cui il cambiamento può essere un fattore che si sceglie con la determinazione della volontà o si subisce. Farsi cogliere impreparati significa morire, o prima o dopo. É per questo che è importante acquisire piena consapevolezza di ciò che significa essere colligiani, di cosa abbiamo da offrire (a noi stessi e agli altri) come territorio e di cosa può accadere.
Il caso del commercio Un esempio molto pratico: il commercio. Il territorio del Comune di Collesalvetti è strutturato in paesi. Tutte le frazioni, a partire dal capoluogo e le altre più grandi, sono comunque paesi, piccoli centri urbani. Con i loro negozietti di paese, appunto. E la grande distribuzione (in parte già presente, ovviamente), le grandi catene che possono insediarsi sul territorio (le aree non mancano) e fare una concorrenza spietata sui prezzi al commerciante di paese, rischiando di portarne diversi al fallimento?! Ci pensiamo a questo o pensiamo possa essere fantascienza?! Attendiamo che questo scenario diventi realtà nel presente facendoci cogliere impreparati e dunque destinati a subire passivamente la dura legge del mercato o vogliamo, nei limiti del possibile, di ciò che consente il quadro normativo, essere attori protagonisti di questo cambiamento?
L’età che avanza Le ultime rilevazioni, poi, confermano che i colligiani sono sempre più anziani. Il rapporto bambini piccoli / persone anziane è di 1-4, quasi 4.000 gli over 65, mentre la fascia 15-29 è la metà esatta (dati DUP relativi al 2014), tanto che un’ex insegnante di Guasticce ha lanciato proprio su queste pagine addirittura la proposta di istituzione di case famiglia per anziani in ogni frazione. Sia o non sia questa la soluzione, ci ritroveremo, stante il trend, con persone sempre più anziane, che necessiteranno sempre più di cure e attenzioni. E non solo: ma anche di un ruolo attivo, nei limiti del possibile va da sé, nella società, anche come prevenzione di alcune patologie molto serie e brutte.
Sono solo due esempi di problematiche che prima o poi esploderanno in tutta la loro drammaticità. Certo, qui rilevano sicuramente fenomeni generali, normative di rango più elevato delle delibere di Giunta e di Consiglio Comunale, ma il territorio colligiano può e deve fare la sua parte, per creare un contesto territoriale nel quale ci sia lavoro; benessere; opportunità (lavorative, ma non solo) per i giovani; contesti aggregativi per gli anziani (per evitare la disumana solitudine in cui tanti di loro si trovano). Nondimeno: i colligiani, da Stagno a Colognole, devono trovare il modo di non subire la globalizzazione e quei processi di sviluppo che forse non sono poi così “di sviluppo”, quantomeno per il territorio. E qui ognuno deve fare la sua parte: la politica, certamente, ma anche gli operatori economici, il mondo dell’associazionismo e del volontariato, i Consigli di Frazione, le formazioni aggregative tutte. E… sì: anche quel cittadino che non è iscritto a nessun partito, a nessuna associazione, che non è titolare di nessuna attività commerciale. Anche lui deve fare la sua parte. Perché il rischio, per tutte le frazioni e le realtà del territorio, di uscire sconfitti dalla partita con la storia è tangibile e non lontano come si crede. C’è tanto, tantissimo, da fare. Ma intanto parlarne è il primo passo.
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