Scopo dell’iniziativa è appunto quello di fare aggregazione. L’evento fa il paio con la festa patronale (il 16 giugno) al quale è accomunato proprio dalla pizza. Lungo il lavoro che ci sta dietro; si inizia già dai primi di luglio. Perché i volontari devono allestire le strutture e star dietro all’iter burocratico dei permessi. Poi, arrivati i giorni della sagra, due i gruppi di lavoro: c’è chi sta in cucina a preparare il cibo (i più grandi) e chi (il gruppo giovani) si dà da fare per servire ai tavoli. «Nonostante la crisi, c’è una buona risposta da parte della gente», il commento soddisfatto del parroco.
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