Quanto alle raccolte alimentari, la Pubblica Assistenza non ne fa perché sono state emanate precise direttive in proposito. Di generi alimentari non c’è bisogno; l’invio di questo materiale servirebbe solamente a congestionare ulteriormente i soccorsi nelle zone colpite dal terremoto. Così come non sono state attivate raccolte fondi, in quanto ci sono già dei canali attivi in questo senso. Potrebbero sì i volontari PA partire alla volte delle zone terremotate, ma non possono deciderlo in autonomia poiché la Pubblica Assistenza di Collesalvetti fa parte di Anpas e in ogni caso in situazioni simili è sempre bene agire nell’alveo di una coordinata razionalità piuttosto che di un’impulsiva emotività.
«Alcune di queste, non facendo parte di Anpas, sono più libere di gestirsi in autonomia e comunque hanno attrezzature diverse dalle nostre». Va da sé, infatti, che nello scegliere quali realtà territoriali inviare, si tiene conto anche delle attrezzature specifiche in dotazione a quella Pubblica Assistenza. «Fin da subito – prosegue Ferrara – per e mail siamo stati allertati dalla sala operativa regionale dell’Anpas, che ci ha descritto l’evento e richiesto eventuale disponibilità di volontari, mezzi e attrezzature da mettere a disposizione. Ma ancora non c’è l’ordine di partire. Attualmente siamo in codice verde, in stato di pre-allerta».
Se servirà, ad ogni modo, ci sono circa 8 volontari pronti a partire. Fra loro, diverse specializzazioni: elettricisti, logistici, addetti alla cucina e anche un animatore per i bambini, per permettere loro di trascorrere delle ore gioiose e serene, nonostante il trauma del sisma. Se dunque sarà necessario, anche Collesalvetti farà la sua parte. Nel frattempo la Pubblica Assistenza rimane attiva sul fronte dell’assistenza sanitaria, della protezione civile e dell’antincendio boschivo.
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