«All’inizio – ci dice Duranti prima dell’inizio dell’intervista – non è importante che la gente si schieri a favore di una piuttosto che di un’altra proposta. La cosa importante è che si parli di questo tema; se questo avviene si è già ad un buon punto. Più che altro, la cosa deve arrivare a Collesalvetti».
Duranti, tutto questo è chiaro, ma cercando di riempire di contenuto la sua proposta (anche al fine di sfatare l’equivoco per cui si andrebbe a sostituirsi al lavoro delle forze dell’ordine), per come l’ha concepito questo Comitato Sicurezza cosa dovrebbe fare?
«É molto semplice: quando delle persone si riuniscono perché c’è un problema è perché vogliono risolverlo. Più teste possono mettere sul tavolo più idee, più vie da percorrere per trovare una soluzione La vera questione è: come risolviamo questo problema?».
Appunto. Che proposte potreste vagliare nell’ambito di questo comitato, se verrà costituito?
«Gente che gira per il paese e sorveglia. Si potrebbe discutere intanto di questo. Come si dovrebbe parlare della questione della permanenza della Caserma dei Carabinieri nel paese. Un altro aspetto: la sera qui non c’è nessuno in giro e proprio questo incentiva i malviventi. Una cosa di cui si potrebbe discutere è come rendere più vissuta e partecipata quest’area; bisognerebbe in questo caso studiare come. Oppure: installare sistemi di videosorveglianza nei punti chiave della frazione in modo da controllare chi entra e chi esce, anche perché chi viene a fare un colpo solitamente ha un mezzo. Proposte ne possono venire fuori parecchie».
Ecco, mi sembra di capire che concepisca questo Comitato Sicurezza come un laboratorio di idee…
«Sì. Quando si è trovato un’idea che il comitato individua come la migliore delle soluzioni fra più, se ne studia la fattibilità e si vede di trovare il modo di portarla a Collesalvetti per vedere se c’è del denaro da investire per attuare queste soluzioni oppure si possono organizzare degli eventi per raccogliere fondi. Si può discutere di mille cose… Il Consiglio di Frazione di Stagno – mi diceva Emanuele Marcis – si occupa della questione, ma evidentemente, pur avendo fatto loro un ottimo lavoro, occorre fare di più. Senza un’ulteriore spinta, mi sembra evidente, non riusciamo ad ottenere risultati in tema di sicurezza».
Chi dovrebbe far parte, secondo la sua idea, di questo comitato?
«Stagnini comuni e commercianti».
Tramite le pagine di Collenews vuol far intanto giungere un messaggio in Municipio?
«Io rimango a disposizione per portare il mio contributo per la risoluzione di questo problema, che è vivo, per la mia come per le altre attività di Stagno e per i residenti. Il messaggio che deve arrivare in Municipio è che il problema è reale e deve essere risolto; abbiamo bisogno di una risposta da parte del Comune di Collesalvetti, che in una qualche maniera si deve esporre».
Auspica dunque che a breve in Consiglio Comunale si discuta di questa questione?
«Certamente. Se ne deve parlare a Stagno, attraverso il comitato, se ne deve discutere in Consiglio di Frazione, ma anche e assolutamente in Consiglio Comunale e soprattutto in Giunta, a Collesalvetti. Occorre che loro facciano capire agli stagnini che hanno compreso che il problema c’è e che faranno qualcosa per risolverlo».
Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui
Seguici su Twitter, clicca qui