Ben 127 i bambini e i ragazzi che hanno partecipato quest’anno. L’età va dai 6 agli 11 anni per i bambini che indossano la maglia azzurra, ma ci sono anche ragazzini dai 12 anni in su, fino a 25, più gli adulti. Dai 12 in poi si indossa la maglia gialla. Questi ragazzi svolgono il ruolo di aiuto animatore e il prossimo anno entreranno di diritto nello “staff”, dopo una preparazione intensa però. Tutti gli anni infatti tutto inizia ben prima dell’estate, verso gennaio, quando iniziano le prime riunioni. Le prime volte due volte al mese, poi da marzo in poi tutte le settimane i ragazzi si ritrovano in Parrocchia dalle 19:30 alle 22:30. Lo staff che consente la realizzazione del Guastagno è composto da ragazzi della Parrocchia che fanno formazione tutto l’anno, non solo parrocchiale ma anche diocesana e fanno tutto a titolo di volontariato.
Anche per quest’anno dunque l’esperienza si è conclusa. Quasi un mese tutti assieme. La conclusione è stata in grande stile: una cena condivisa con tutti i familiari e uno spettacolo finale. Ogni classe ha fatto la sua parte in questo senso e in più c’erano le bambine che hanno allestito dei balletti creati da loro stesse con l’aiuto degli animatori. Durante lo spettacolo c’è stata anche la premiazione dei disegni dei bambini del Guastagnarte e dei tornei di calcio e pallavolo (che pure fanno parte a pieno titolo del Guastagno). E ancora la premiazione del Master Chef e del Guastagno Got Talent. E ancora, l’inno di Michaela, maestro del coro della Parrocchia (“Beato il cuore che perdona”) e l’inno della GMG. Buon cibo, canti, divertimento e tanta gioia a conclusione dell’ennesimo Guastagno. Già perché…
La giornata tipo inizia con la preghiera. Don Valerio inserì il personaggio del Santo: ogni anno bambini e ragazzi si soffermano sulla figura di un Santo. Quest’anno c’è suor Faustina Kowalska, in occasione dell’Anno della Misericordia. Dopo la presentazione del Santo, più animatori mettono in atto una sceneggiatura in costume sulla vita del Santo, raccontandone la storia. Parlano in prima persona, interagiscono con i bambini e alla fine viene fatto un concorso: chi sa più cose sul Santo vince un premio, per cui i bimbi sono attenti e motivati. Poi ci sono i laboratori: decoupage, polistirolo, legno, creta, laboratori di lingua, GuastagnArte e ancora teatro e Master Chef junior. Poi c’è il pranzo. Il Guastagno inizia alle 9:30 e teoricamente dovrebbe finire a mezzogiorno, ma gli animatori svolgono anche un servizio accoglienza e baby sitter per i bambini i cui genitori sono entrambi al lavoro anche nel pomeriggio. Pomeriggio che reinizia, in perfetto stampo cristiano, con la preghiera e poi, novità di quest’anno, il Giocone, un vero e proprio fantasy. Quest’anno c’è Dragon Trainer. Il drago di Cracovia, il castello, Suor Fuastina… Insomma un fantasy perfettamente in tema con il Santo dell’Anno.
Fantasy e Giornate Speciali Giovedì scorso, poi, un altro fantasy con i bambini e i ragazzi tutti mascherati. Giochi, torte in faccia, zucchero filato e dei giochi antichi per portare i ragazzi indietro nel tempo e far assaporare loro il mondo del Medioevo. Tre le Giornate Speciali – altra iniziativa di quest’anno – la prima settimana a venire a trovare i ragazzi del Guastagno sono stati i Vigili del Fuoco, la seconda l’Unità Cinofila e la terza la Confraternita della Misericordia. «Questo – ci spiega Monica Calvaruso – per far capire ai bimbi che gli eroi della vita, oltre ai Santi, sono le persone comuni che si donano». I rappresentanti dei vari corpi fatto delle simulazioni. I Vigili del Fuoco sono venuti con i loro mezzi; hanno spiegato ai bambini cosa devono fare in caso di emergenza «perché spesso i bimbi sono sempre più soli in casa, o con i nonni, e devono sapere l’ABC della tutela. I Vigli del Fuoco hanno così spiegato ai bambini che quando c’è un incendio devono chiamare subito il 115 e mettersi in sicurezza; la Misericordia che devono prendere il telefono e chiamare il 118 se magari un nonno si sente male e gli uomini della Cinofila hanno insegnato loro come ci si avvicina ad un cane. Di solito i bambini quando vedono un cane, infatti, gli mettono la mano sul muso. Ma è stato spiegato loro che il cane non sa parlare, si difende con i denti e può mordere, anche se è un cane buono», ci racconta ancora la Calvaruso.
Insomma, un progetto educativo a tutto tondo che per il quattordicesimo anno consecutivo ha accompagnato bambini e ragazzi della zona.
Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui
Seguici su Twitter, clicca qui