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PISCINE, M5S: «LA DENUNCIA DI BACCI? PER RIFARSI UNA VERGINITÀ»

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Daniele Rossi, capogruppo M5S in Consiglio Comunale

Collesalvetti Dopo giorni dalla clamorosa sentenza per la quale il Comune di Collesalvetti dovrà pagare 4 milioni di euro in virtù della fideiussione stipulata per la Cittadella dello Sport, il gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle rompe il silenzio.

 

«La sentenza – scrivono i Cinque Stelle in un comunicato – che condanna il Comune (quindi tutti i cittadini ) ad onorare la fidejussione, insomma, la garanzia fornita per il credito di ben 4 milioni concesso dalle banche alla ditta realizzatrice degli impianti, non giunge certo inaspettata: è evidente persino al più sprovveduto che chi garantisce è responsabile in solido. Ed è sempre stato altrettanto evidente, almeno per noi, che la denuncia presentata a riguardo, appena eletto, dal sindaco Bacci, era un tentativo che mirava esclusivamente a “rifarsi una verginità” a livello personale , ma che non poteva minimamente tirare fuori il Comune dalle sabbie mobili in cui si trovava e si trova per aver  garantito un credito di 4 milioni ad una ditta che aveva un capitale sociale di appena 17mila euro. Il Tribunale ha inoltre condannato il Comune per omesso controllo in corso d’opera e forse è bene ricordare che l’attuale sindaco Bacci è stato consigliere comunale, svolgendo anche le funzioni di capogruppo PD, dal 2004 al 2009».

 

Una sentenza, questa, ci tengono a precisare i Cinque Stelle, che «non ci rende affatto felici». «È una sconfitta per tutta la comunità, per tutti i cittadini di Collesalvetti, anzi, non è difficile immaginare che le conseguenze sarebbero tanto più gravi per le fasce più deboli della popolazione: la cifra da sborsare, appunto, pari a 4 milioni di euro, rappresenta un terzo del bilancio, ovvero delle risorse del Comune. Questo è il motivo per cui abbiamo in questi anni evitato di “cavalcare” questa vicenda  nella speranza che l’esito potesse essere meno pesante per la nostra comunità. Ed è il motivo per cui, lo ripetiamo, a dispetto della convenienza e del vantaggio politico per noi, non c’è niente da festeggiare». E sulla questione dell’appello, «in tutta sincerità crediamo che le speranze siano ormai ridotte al lumicino».

 

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