«Nonostante le gravi censure mosse dalla Procura della Repubblica di Livorno verso l’operato di Sesport e di tutti gli altri soggetti coinvolti nell’operazione, anche a prescindere dai risvolti penali, il Tribunale ha ritenuto che il testo della garanzia a suo tempo rilasciata dal Comune fosse tale da non potersi oggi sottrarre al pagamento», scrive Bacci sul suo profilo Facebook. «La causa nasceva dall’esigenza di contrastare la pretesa delle Banche finanziatrici, che avevano preannunciato l’inizio dell’azione esecutiva, onde evitare l’esborso di una somma così ingente (oltre 4 milioni di euro), a fronte delle prime risultanze dell’inchiesta e del contenuto delle perizie acquisite dalla Procura della Repubblica, da cui emergeva un quadro tale, anche a carico delle Banche, da far dubitare della effettiva doverosità di pagare la fideiussione da parte del Comune. Il risultato era, e rischia assurdamente di essere, fatti salvi gli esiti dell’appello che verrà ovviamente proposto nell’immediato, il seguente: Sesport ha beneficiato dell’intero finanziamento garantito dal Comune, ha realizzato un impianto di valore ampiamente inferiore all’importo del finanziamento incassato, non ha restituito il denaro alle Banche, e il Comune deve pagare al posto suo, per un impianto che vale molto molto di meno».
«Qualunque sia l’esito di questa vicenda – conclude Bacci – mi resterà la serenità e la coscienza di aver fatto tutto il possibile perché questa operazione dissennata non arrivi a produrre danni immani, che rischierebbero di portare il Comune in condizioni di inoperosità forzata per una lettura, quella espressa in primo grado dal Tribunale di Livorno, che è a dir poco priva di senso, a maggior ragione considerando gli atti che il giudice aveva in mano per giudicare e sui quali presto potremo informare anche la cittadinanza».
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