Che smonta subito tutta la querelle che era stata innescata da alcuni residenti circa alcuni requisiti di legge di cui non si sarebbe tenuto conto. Zona residenziale, limiti di velocità, itinerari preferenziali, erano diversi gli aspetti tecnici rilevati nella lettera di alcuni paesani. «Tutte cose giuste – precisa il comandante – ma se stiamo parlando di dossi. E non è questo il caso. Il manufatto in questione è un attraversamento pedonale rialzato». «C’è una notevole confusione su questo: agli occhi di tutti sono due cose identiche, ma giuridicamente sono due cose ben distinte». Pertanto, «si può forse discutere sull’opportunità, ma non sulla legittimità». «I dossi rallentatori sono in plastica e di varie altezze e per vari limiti di velocità – spiega Cecconi – Fanno parte della segnaletica complementare e sono disciplinati dal regolamento di esecuzione del codice della strada (il D.P.R. 495/1992). Questi, però sono attraversamenti pedonali rialzati, disciplinati da tutt’altro articolo del DPR e sono presenti anche a Collesalvetti su Via Roma, a Vicarello su Via Marconi e a Stagno su Via Marx».
La disinstallazione dell’autovelox e l’apposizione dell’attraversamento rialzato Ma perché furono apposti questi attraversamenti pedonali rialzati lungo Via Sturzo? «La cosa – spiega il numero uno della Polizia Municipale colligiana – fu concordata con la Provincia per garantire maggiore sicurezza all’abitato di Guasticce quando la direttiva Maroni abolì gli autovelox in postazione fissa. Abolito quello che si trovava all’ingresso del paese, lato Vicarello, quel tratto di strada rischiava di essere un invito all’alta velocità. Non così, l’ingresso lato Stagno per il quale la rotatoria stessa fungeva da rallentatore di velocità. Ma dall’altro lato, occorreva intervenire. Così, nel 2008 presentai una relazione alla Giunta in cui indicai i punti in cui, nelle varie frazioni, avrebbero dovuto essere apposti questi attraversamenti pedonali rialzati».
L’interesse generale e quello del singolo Infine, il comandante ci tiene a ribadire quella che è la logica che deve animare ogni Pubblica Amministrazione: l’interesse della collettività prevale su quello del singolo. E fa un esempio: «è come la questione dei cassonetti della spazzatura: nessuno li vuole davanti a casa propria, ma da qualche parte devono pur stare per garantire un servizio essenziale alla cittadinanza. Idem per questa questione. Capisco i disagi dei singoli, ma si deve tutelare anzitutto l’interesse generale della comunità alla sicurezza».
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