«Le scuole del nostro territorio hanno beneficiato e beneficiano tuttora di un servizio di refezione scolastica. Fin ora esso era reso possibile dal personale interno al Comune. Ma la normativa europea impone di affidare il servizio mensa per le scuole dell’infanzia e primaria a un soggetto esterno», ha spiegato l’assessore Fantozzi in Aula.
Ma sulla questione si è sviluppato un dibattito. Il Movimento 5 Stelle per bocca della consigliera Loredana Pantaleone ha così motivato la propria astensione: «ancora una volta si lavora d’urgenza».«Il termine di presentazione dell’offerta non può essere inferiore a 52 giorni, non c’è il tempo per dare nuovi indirizzi politici al bando. Ne abbiamo discusso solo una volta in commissione. Spero solo che il bando venga sviluppato tenendo conto di quanto già emerso in commissione».
Le idee a 5 Stelle per il bando Ma la Pantaleone ha voluto elencare tutta una serie di requisiti che dovrebbero, a suo giudizio, essere inseriti nel bando:
1 Utilizzo di stoviglie di porcellana o simili in sostituzione di quelle usa e getta
2 Utilizzo di alimenti provenienti dal territorio circostante; prodotti di stagione e a filiera corta, salvo prodotti che possono venire dal Commercio Equo e Solidale
3 Messa al bando delle bottiglie di plastica e utilizzo dell’acqua del sindaco
4 Obbligo per la ditta che gestirà il servizio di refezione di utilizzare mezzi a basso consumo energetico per il trasporto dei pasti
5 Uso di prodotti a basso impatto ambientale e sfusi per le pulizie dei locali
6 Adozione della compostiera domestica da allestire in un’area della scuola
7 Considerare la possibilità di eventuali difficoltà economiche al pagamento delle rette, assicurando sempre e comunque il pasto al bambino («su questo sono già stata rassicurata in commissione», ha però sottolineato la Pantaleone)
Fattorini (PD), dal canto suo, ha voluto rassicurare la collega: «Avvieremo una discussione che possa portare dei contributi politici sia della maggioranza che della minoranza che magari riprendano le tematiche esposte dalla consigliera Pantaleone, sicuramente lodevoli».
La bocciatura di Rifondazione Comunista Sull’argomento nei giorni scorsi si era registrato lo strappo di Rifondazione Comunista. «Anche su questa questione si è, a nostro avviso, intrapreso la via più semplice – avevano scritto i comunisti locali – non volendo nemmeno tentare un percorso, che avevamo suggerito, che andava fuori dalla stringente logica imprenditoriale, ovvero “questa voce di spesa è alta, bene, la tagliamo e la privatizziamo”. Scelta e logica troppo semplici e che nulla ha a che fare con scelte di Sinistra. Semplice fino a tal punto di rendere, a nostro avviso, la scelta rischiosa, perché dal momento che non ci sarà più personale del Comune all’interno dei Centri Cottura, l’Amministrazione non potrà controllare né i livelli qualitativi, né i livelli quantitativi, di ciò che esce da quelle cucine; l’unico termometro saranno i genitori che protesteranno, ma a quel punto sarà troppo tardi e quindi lì si potrà solo tentare di rimediare. In sintesi: il costo del personale comunale rimarrà, complessivamente, invariato e la partita si giocherà tutta sui ribassi che le aziende faranno per prendere in gestione i pranzi e le colazioni dei nostri figli. Infine, ad oggi non sappiamo ancora come verrà riutilizzato, all’interno della macchina amministrativa comunale, il personale uscente dai centri cottura, sei persone secondo i nostri calcoli, sul quale, avevamo formulato una proposta precisa non presa in considerazione dall’Amministrazione. Vedremo».
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