Collesalvetti La scena è di quelle che non si vedono tutti i giorni; anzi… l’Aula del Consiglio Comunale colligiano non vi era proprio abituata. E infatti, quando alcuni manifestanti hanno fatto “irruzione” in sala col loro striscione con su scritto «più disagi, meno servizi», lo stupore era leggibile negli occhi di tutti.
I manifestanti hanno fatto il loro ingresso in Aula mentre stava intervenendo il consigliere PD Dario Fattorini. Poco dopo, la presidente del Consiglio Comunale, Irene Visone, ha voluto dar modo a questi cittadini di spiegare il perché della loro protesta. Così, dal microfono, ha preso la parola un rappresentante di loro, una donna, una mamma, che ha raccontato la propria storia.
LA PROTESTA «Sono la mamma di una bambina – ha esordito, presentandosi la donna – che abita a Biscottino, che è un paesino in cui sono nata 44 anni fa. Non c’è mai un autobus. Se è stato concesso il permesso di costruire delle case lì, dovrebbe essere anche una zona fornita di servizi. Mia figlia va all’asilo, ma non ha il pulmino e io non posso permettermi di accompagnarla. Ossia, ha lo scuolabus che la accompagna la mattina, ma non quello per il ritorno; deve andar via alle 13:30. Perché non deve essere uguale agli altri bimbi?! Per fortuna io e mio marito lavoriamo, ma abbiamo degli impieghi comuni; non posso permettermi di prendere una persona a pagamento. Io non mi posso arrangiare; mio marito lavora per conto suo, è lui solo. Sta perdendo 3 ore di lavoro tutti i giorni; va a prendere la bambina e la porta a casa, poi va nuovamente a lavorare alle 18, poi alle 19 è buio e deve tornare a casa. La mia bambina perde 3 ore di asilo tutti i giorni, mentre gli altri bambini giocano».
LA REPLICA DEL SINDACO BACCI Alla donna ha risposto, pubblicamente in Aula, lo stesso sindaco Bacci. «L’Amministrazione – ha spiegato il primo cittadino – sta seguendo questa questione. La nostra politica è in controtendenza rispetto a zone limitrofe. Abbiamo continuato a far sì che tutte le scuole dell’obbligo (e laddove possibile, anche quelle non dell’obbligo) fossero coperte da servizi a domanda individuale; sui quali c’è una forte compartecipazione dell’ente. Dobbiamo dare sì risposte concrete, ma anche sostenibili perché stiamo parlando di servizi che ricadono sulla collettività, non sul singolo cittadino. Ho incontrato questa famiglia la scorsa settimana e stiamo cercando soluzioni assieme al dirigente scolastico del Comprensivo Benedettini e con la responsabile dell’Ufficio Scuola, Claudia Giannini, che non più tardi di ieri ha cercato numerose volte di interloquire con la famiglia, non riuscendoci». «Non mi sono negata a nessuno – ha però controreplicato la donna – ho ricevuto una chiamata alle 19:30, ma non potevo rispondere. Ho visto la chiamata alle 20:30 ma a quell’ora gli uffici erano già chiusi e non potevo richiamare».
«Presentate solo 3 domande» «La questione – ha proseguito Bacci – non è per niente semplice. Noi vogliamo che il servizio di scuolabus sia garantito a tutti. La famiglia, è vero – ha ammesso il sindaco – ha saputo molto in ritardo che questo servizio non sarebbe stato istituito; questa è l’unica responsabilità che mi sento di ascrivere al Comune, ma per un motivo molto semplice: per la scuola dell’infanzia di Stagno sono state presentate solo 3 domande per questo servizio. Un servizio, questo, che non è modulabile; un pulmino da 20/30 posti ha dei costi di gestione; non essere utilizzato per 3 soli richiedenti».
«Risolto il problema dell’andata» «Preso atto di questo, i nostri uffici hanno informato le famiglie, presentando comunque una disponibilità a fare in modo che ci fosse all’interno dello scuolabus per la scuola primaria dell’obbligo la presenza di un accompagnatore per questa bambina più piccola; risolvendo così il problema dell’andata. Soluzione, questa, impraticabile per il ritorno. Per una ragione molto semplice: se ci fosse stata la possibilità di far combaciare gli orari della scuola primaria con quelli della scuola dell’infanzia, avremmo trovato una soluzione analoga. Ma la cosa non è possibile».
Il problema di quei 45 minuti «In più, se la bambina al ritorno dovesse tornare a casa con lo stesso scuolabus dei bimbi della primaria con cui va all’andata, dovrebbe trascorrere del tempo in più all’interno del plesso, considerando che ci sono circa 45 minuti di sfasamento fra l’uscita della scuola dell’infanzia e della primaria. Questi tre quarti d’ora sono problematici perché non c’è un post-scuola, istituibile, se del caso, solo per più bambini. Una soluzione per la quale qualcuno stia in compagnia di questa bambina per questi 45 minuti deve essere valutata con la dirigenza scolastica».
«Non abbiamo minimamente leso alcun tipo di diritto» «Le ore perse dalla bambina, comunque, senza squalificare, va detto che sono ore di gioco e di riposo. L’offerta didattica, concentrata nella parte mattutina, è dunque salva. Avevo immaginato anche altri tipi di soluzioni, che però al momento non si sono rivelate praticabili. Penso ad esempio al coinvolgimento di associazioni del Terzo Settore per il viaggio di ritorno. Ma si palesavano sempre difficoltà tecniche a procedere. Non c’è stato dunque né non ascolto né assenza di proposte alternative. Non abbiamo minimamente leso alcun tipo di diritto. Dobbiamo muoverci all’interno di un quadro di regole e di sostenibilità. Non era necessaria una manifestazione come questa, anche se chiunque in Consiglio Comunale è il benvenuto», ha concluso il sindaco.
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