Quanta gente ha partecipato lungo tutto il periodo della sagra?
«Una grande affluenza, rispetto all’anno scorso. Ciò che porta la gente da Livorno a Colognole è l’aria fresca della collina; si sta bene. E se si unisce a questo il buon cibo, il mix è perfetto. Sabato scorso abbiamo dato a mangiare a 1000 persone».
É dunque soddisfatto?
«Sì, decisamente. Siamo tutti soddisfatti. Quest’anno abbiamo raggiunto il picco massimo; meglio di così, con le strutture che abbiamo, non possiamo fare».
Cosa rappresenta la sagra del cinghiale per Colognole?
«Assieme alla Festa de l’Unità rappresenta uno dei due soli eventi, appunto, che animano il paese. E anche un’occasione di aggregazione per i giovani».
Il punto di forza di questa kermesse, secondo lei?
«La qualità del cibo. Nessuno se ne è andato scontento sia per la qualità dei piatti che per quanto riguarda il prezzo».
Riguardo al backstage, quante persone lavorano a questo evento?
«Circa un centinaio».
E quanto tempo prima dell’avvio della sagra vi mettete all’opera?
«Una settimanetta prima».
Come investirete il ricavato?
«Un po’ nella caccia un po’ per il paese, per acquistare cose che possano servire».
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