Lo spirito della norma è volto a soddisfare le esigenze di semplificazione dei centri d’acquisto inserendosi nella direzione auspicata, a livello comunitario, della recente Direttiva Appalti 2014/24/UE (59° considerando) che ha registrato nei mercati degli appalti pubblici dell’Unione una forte tendenza all’aggregazione della domanda da parte dei committenti pubblici, al fine di ottenere economie di scala, come prezzi e costi delle transazioni più bassi, nonché un miglioramento e una maggior professionalità nella gestione degli appalti.
In particolare la normativa prevede che per ottemperare all’obbligo suddetto i Comuni possono procedere a espletare le procedure di acquisizione di lavori, beni e servizi «nell’ambito delle unioni dei comuni, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici anche delle province, ovvero ricorrendo ad un soggetto aggregatore o alle province».
Considerato che sono soggetti all’obbligo di ricorso alla centralizzazione delle acquisizioni di lavori forniture e servizi tutti i Comuni non capoluogo di Provincia, l’Amministrazione Comunale colligiana ha scelto di seguire un percorso di aggregazione con gli altri Comuni limitrofi che dovevano adeguarsi alla normativa.
Un primo passaggio è consistito nella deliberazione consiliare n.122 del 23/12/2014, con la quale è stato approvato lo schema di convenzione per la costituzione della Centrale Unica di Committenza (CUC) tra i comuni di Bibbona, Castagneto Carducci, Cecina, Rosignano Marittimo e Collesalvetti per l’acquisizione di lavori, forniture e servizi, al fine di disciplinare tra gli altri aspetti, l’oggetto della convenzione, la finalità, la durata, i rapporti finanziari, l’organizzazione e la gestione del personale. Il secondo passaggio è stata l’ultima delibera comunale con la quale si è approvato il regolamento stesso, durante l’ultimo Consiglio Comunale.
I costi per i singoli Comuni sono spalmati e calcolati in base al numero di residenti, nello specifico il Comune di Collesalvetti prevede di spendere 5.700 euro per il 2015 (il servizio parte dal 1 settembre 2015) e di 17.000 euro per il 2016 e 2017.
«É sicuramente uno strumento che garantisce maggiore trasparenza e pubblicità in tema di appalti, anche se oggi, la normativa applicata a Collesalvetti così come nei principali Comuni virtuosi segue pedissequamente le regole di trasparenza imposte ormai da diversi anni sia dalla legislazione nazionale che europea».
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