«Ho presentato domanda da tutte le parti – racconta la donna – ma non sono riuscita a trovare niente; sono fuori mercato: non posso certo competere con i trentenni». Una storia, l’ennesima, che si va ad aggiungere alle tante che l’epoca dei social network ha archiviato sotto l’hashtag #emergenzalavoro. Uno dei veri e propri drammi sociali di quest’epoca. Un dramma che non riguarda solo Anna, ma anche diversi altri ex dipendenti della ditta di Stagno.
E non solo, ovviamente. Ci sono anche i lavoratori del call center di Guasticce e quelli della raffineria di Stagno; casi clamorosi di cui questa come tante altre testate giornalistiche si è occupata, casi che fanno notizia, per i quali le istituzioni, anche di alto livello, si mobilitano. «Non così per il nostro caso – lamenta la donna – che non è così clamoroso, ma la nostra situazione è la stessa dei lavoratori del call center e della raffineria».
L’azienda in cui Anna ha lavorato 35 anni collaborava con un’altra nota realtà imprenditoriale della zona che operava nel settore della grande distribuzione alimentare. «Mi aspettavo che il sindaco o qualche assessore si facessero parte attiva affinché fossimo ricollocati in quel contesto, visto che loro già sapevano come lavoravamo». «Sono disposta a fare le pulizie, a metter le cose sugli scaffali; chiedo solo di lavorare. Ho parlato anche col sindaco, ma non c’è nulla da fare».
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