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IL SINDACO BACCI: «INACCETTABILE DIRE CHE COLLESALVETTI SI RIFIUTA DI ACCOGLIERE I PROFUGHI»

Fatma Mehdi, rappresentante del Governo Saharawi, e Lorenzo Bacci, Sindaco di Collesalvetti

Fatma Mehdi, rappresentante del Governo Saharawi, e Lorenzo Bacci, Sindaco di Collesalvetti

Collesalvetti «L’idea, anche solo ventilata, che Collesalvetti possa essere una comunità che si rifiuta di misurarsi con l’emergenza profughi è una cosa che non posso accettare». Reagisce con decisione il sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci all’inserimento di Collesalvetti «in modo superficiale da parte dalla stampa tra i comuni “contrari” a farsi carico in quota parte dell’accoglienza delle donne e degli uomini che fuggono da situazioni di disperazione ogni giorno guardando all’Europa come terra di diritti, pace e libertà».

 

«Nel nostro caso – prosegue Bacci – lo dico con chiarezza, la situazione attuale ci impedisce di poter fare la nostra parte solo per il combinato disposto di assenza di strutture pubbliche disponibili e carenza di strutture ricettive dovute alla natura del nostro Comune, non certamente a vocazione turistica.  Ma non abbiamo intenzione di stare a guardare.  Siamo chiamati a fare la nostra parte, ovviamente in misura sostenibile alle nostre possibilità, e la faremo fino in fondo.  Credo infatti che il sistema adottato dalla Regione Toscana sia il migliore in assoluto a livello di virtuosità poiché chiama in causa tutti i livelli senza che la gestione di questo fenomeno gravi sulle spalle solo di alcuni».

 

«Collesalvetti è una comunità solidale e aperta all’integrazione, come nel caso della popolazione Saharawi della quale anche questa estate, ospiteremo sul nostro territorio bambine e bambini meno fortunati dei nostri. Da cittadini del mondo quali tutti noi siamo, dovremo far nostro il proverbio Saharawi che recita “il vero fratello è colui che ti sta sempre vicino”. E noi siamo e saremo vicini ai popoli che hanno avuto dalla loro solo ed esclusivamente la sfortuna di nascere in una parte di mondo vittima, spesso e volentieri, di quelle stesse ingiustizie che la nostra parte di mondo ha per secoli alimentato».

 

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