Laddove il presente è rappresentato dalle nuove promesse della lirica che si esibiscono e il passato da chi ha contribuito a scrivere la storia della lirica. Anche ieri, infatti, come le altre sere, è stato consegnato un premio Open Opera alla carriera; stavolta al tenore guasticciano Dino Formichini.
Il riconoscimento a Dino Formichini A Formichini, che ha cantato anche al Metropolitan di New York con colleghi del calibro di Maria Callas e Joan Sutherland, ha consegnato una targa l’assessore Andrea Crespolini, che era presente alla serata assieme ad altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale: dal sindaco Bacci, al vicesindaco Camici e la consigliera Delia Menicagli. «Dino – ha detto Bacci sul palco – ha portato in giro per il mondo, nei migliori teatri, il nome del nostro territorio, da grande tenore qual’è. Vogliamo dunque rendergli merito, anche se con troppo ritardo rispetto a quanto avremmo dovuto fare, ma cogliamo l’occasione di questa bellissima serata per lasciargli questa targa». Formichini ha ringraziato il sindaco e l’Amministrazione e si è detto onorato di esser parte di questo territorio comunale «e soprattutto della tranquilla Guasticce, dove ho vissuto per 50 anni e ho cresciuto i miei figli. Sono nato a Livorno ma mi sento guasticciano». Formichini ha poi raccontato alcuni episodi significativi della sua vita.
I cantanti protagonisti della serata Ad esibirsi sul palco, i soprano Taisiya Ermolaeva, Jiyoung Yeo e Victoria Markaryan; il contralto Sara Angeliki Nastos (cui è stato suggerito di presentarsi come “mezzosoprano”), il baritono Clorindo Manzato ed il tenore Chihwan Seo. Davvero pregiato il repertorio eseguito, che ha visto spiccare la musica rossiniana con l’aria e la cabaletta de La Cenerentola; la notissima cavatina di Figaro dal Barbiere di Siviglia, Largo al factotum e un’aria (Ah, donate il caro sposo” ) tratta da un’Opera minore, Il Signor Bruschino, nella quale si sono distinte sia la cantante Victoria Markaryan che la ragazza, appena diciassettenne, che ha eseguito l’impervia parte del corno inglese, giustamente elogiata da Menicagli perché questo repertorio, sia dal punto di vista vocale che strumentale, è veramente di una difficoltà paragonabile solamente al valore della sua bellezza. Molto brava anche il soprano Jiyoung Yeo che si è cimentata nella difficoltosa aria del Flauto Magico di Mozart, “Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen”. I cantanti hanno avuto anche modo di dialogare con la tribuna d’onore sulla quale sedevano il direttore artistico del Teatro Goldoni di Livorno, Alberto Paloscia; il direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa, Marcello Lippi; il giornalista operistico Nicola Lischi; il direttore di Produzione del Tuscia Opera festival, Gian Paolo Piccini; lo studioso musicale Cesare Orselli; Stefano Scardovi che lavora nell’ambito del management dell’Opera Lirica; Luigi Zacco Giovanelli, agente artistico e promoter musicale e Andrea De Amici, membro di diverse giurie di concorsi internazionali.
La comicità Non sono mancati, come accennato, sketch comici, come il siparietto di Ubaldo Pantani – con accanto il sindaco Bacci – che ha inscenato la parodia della prima repubblica, ironizzato sul linguaggio politichese e fatto l’imitazione di Renzi che parla di grandi opere «Rigoletto, Carmen», ha detto Pantani facendo un evidente jeux de mots. Una bella serata, insomma, come tutte le altre, del resto. Un format interessante che tutti sperano si possa replicare al più presto.
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