L’intento dello spettacolo parte innanzitutto da titolo. Quel “REA” in stampatello intende attribuire colpevolezza sia al corpo sia alla mente, come se le due parti fossero divise. Questo punto di partenza serve al pubblico per riflettere sul significato della Prima Guerra Mondiale e a trasmettere i diversi sentimenti vissuti dagli individui cento anni fa: dall’amore alla solitudine, dalla rabbia alla speranza.
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L’intento finale di Egarese e Salvestrini è stato quello di mettere alla prova i danzatori con sentimenti, passioni e dolori che oggi non possiamo nemmeno immaginare e che cento anni fa erano intrisi nel sangue della Grande Guerra. Le emozioni profonde trasmesse dai ballerini al pubblico sottolineano come questa vicenda storica non sia stata banalizzata, ma analizzata in profondità e reinterpretata dall’uomo del 2015.
I danzatori saliti sul palco sono stati lo stesso Angelo Egarese, Dario Brevi, Cristina Grazzini, Giulia Marchi, Guendalina Pisti, Eleonora Ragni. Il disegno luci è di Andrea Ruoli, i costumi di Cinzia Giacomelli e le scenografie di Saul Rescigno.
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