Fra i passi salienti della missiva, l’ammissione di una «impossibilità, anche pratica, di gestione costruttiva del confronto» tale per cui «abbiamo ritenuto doveroso riannodare i fili di un dialogo», a proposito del quale «ci rammarica notare la preventiva presa di posizione manifestata dal Consiglio di Frazione di Stagno con il volantino attraverso il quale lo stesso invitava “a partecipare numerosi” all’assemblea di Guasticce, alimentando palesemente preoccupazioni, per non dire paura, tra i cittadini stessi».
Quanto al tema dell’inquinamento, Bacci e la Giunta parlano di un «passato ben peggiore del presente»; un elemento che «però non può e non deve tradursi in una reazione aprioristicamente contraria». «Non possiamo – scrivono gli amministratori colligiani – essere promotori di una cultura del “No a prescindere”», bensì di una «consapevolezza matura, sintetizzabile in un “Si a condizione che”». E, riferendo dei contenuti della riunione di ieri, cui ha partecipato solamente una parte del Consiglio di Frazione di Guasticce, la lettera conclude invitando ad un seminario con «esperti del settore che possano dunque dare la possibilità, in modo laico, di fare chiarezza sull’argomento».
IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA
«Cari concittadini, il giorno 16 Aprile l’Amministrazione Comunale ha incontrato il Consiglio di Frazione di Guasticce a seguito dell’invito rivolto allo stesso organismo, congiuntamente a quello di Stagno. Obiettivo di questo incontro è stato quello di individuare un percorso comune di consapevolezza e informazione rispetto alla tematica delle biomasse, emersa nell’assemblea pubblica dello scorso mercoledì 8 aprile a Guasticce».
«Siamo consci di aver sottovalutato le ripercussioni che poteva creare l’illustrazione del progetto di realizzazione di un impianto di cogenerazione di energia elettrica e calore alimentato con biomasse legnose avente potenzialità di 200kW, in un contesto nel quale peraltro si erano registrate nei giorni precedenti evidenti manifestazioni di dissenso a prescindere ed anche spesso alimentate da una strumentalizzazione di natura politica che, non sfuggirà ai più attenti, ben si presta in una fase elettorale come quella che stiamo vivendo, con la scadenza delle elezioni regionali a breve».
«Consapevoli dunque della nostra sottovalutazione, tradotta in una impossibilità, anche pratica, di gestione costruttiva del confronto, abbiamo ritenuto doveroso riannodare i fili di un dialogo proficuo con chi, i Consigli di Frazione, per loro proprio ruolo, sono chiamati in prima battuta in modo naturalmente neutrale a svolgere attività di mediazione e trasmissione di informazioni tra l’Amministrazione e la cittadinanza».
«A tal proposito ci rammarica notare la preventiva presa di posizione manifestata dal Consiglio di Frazione di Stagno con il volantino attraverso il quale lo stesso invitava “a partecipare numerosi” all’assemblea di Guasticce alimentando palesemente preoccupazioni, per non dire paura, tra i cittadini stessi».
«Per quanto infatti il tema dell’attenzione alla qualità dell’aria sia una delle priorità evidenti di questa Amministrazione (ricordiamo nel recente passato l’impegno preso e portato a termine nei confronti del percorso di progressivo abbandono di uso dell’olio combustibile da parte di Eni e la prossima attivazione del monitoraggio fisso con una centralina per il controllo della qualità dell’aria a Stagno) possiamo ben comprendere la suscettibilità di fronte a questioni inerenti l’argomento, con i dati diffusi che evidenziano ovviamente conseguenze di un passato ben peggiore del presente».
«Ciò però non può e non deve tradursi in una reazione aprioristicamente contraria nei confronti di qualsiasi iniziativa, in particolare di quelle che rappresentano produzioni di energia alternativa da fonti rinnovabili ovunque giustamente facilitate negli iter procedurali e amministrativi (consideriamo che questo impianto, in considerazione della ridotta potenza, è autorizzabile con una procedura, la PAS, che nient’altro è che l’evoluzione delle vecchie Dichiarazioni d’Inizio Attività, meglio note come DIA), incentivate a tutti i livelli, da quello europeo a quello locale, promosse convintamente da istituzioni del settore ambientale come WWF e Legambiente e ritenute fondamentali per il mondo agricolo, come evidenziano i numerosi accordi tra le associazioni di categoria e le istituzioni».
«Non possiamo essere promotori di una cultura del “No a prescindere”, dobbiamo avere la capacità critica di discernere e comprendere arrivando ad essere, il più possibile tutti insieme, protagonisti di una consapevolezza matura, sintetizzabile in un “Si a condizione che”: in primis, a condizione ovviamente che siano rispettate le leggi vigenti, e questo lo diamo per scontato, ma anche che si realizzino iniziative virtuose nell’ambito di una filiera corta che crea condizioni ottimali dal punto di vista ambientale ed anche sociale (questa iniziativa consolida infatti un’attività produttiva del nostro territorio, garantendo prospettive occupazionali quanto meno all’attuale forza lavoro impiegata)».
«Per arrivare a questa consapevolezza diffusa è evidente che la strada da fare è lunga, ma noi non vogliamo sottrarci al confronto».
«Pur essendo in presenza di iniziative autorizzabili come detto con semplici PAS, noi vogliamo arrivare al risultato, fallito evidentemente nell’incontro di mercoledì scorso, di creare una comunità consapevole e in grado di discernere oggettivamente questa materia, che rappresenta un’idea sana di futuro, come è evidente approfondendo quanto già avviene nei Paesi più ecologicamente sensibili, come quelli scandinavi, o più a portata di mano in Comuni delle regioni settentrionali del nostro Paese che si fregiano del bollino di “Comune Virtuoso”».
«La nostra sottovalutazione deriva da una cosa molto semplice: mai in passato questa Amministrazione ha ritenuto di dover sottoporre ad un vaglio “partecipativo” progetti di taglia ridotta autorizzabili tramite procedure semplificate; prendiamo atto che, questo tipo di approccio, non può essere valido per tutte le iniziative regolate da tali iter agevolati e che dunque, in un caso come questo, avremmo dovuto utilizzare lo stesso metodo “preventivo”, a livello di informazione, che si usa in casi in cui la partecipazione è dovuta anche a norma di legge (come nelle procedure di VIA)».
«È ovvio che, essendo in presenza di impianti funzionali all’attività agricola e forestale, che possono sorgere tranquillamente in area agricola (come nel caso di specie), è forse più importante creare condizioni di diffusa conoscenza dell’argomento in modo tale che iniziative analoghe ci trovino preparati e formati in modo opportuno».
«L’informazione, sicuramente carente in questo caso per nostra responsabilità, non può e non deve infatti lasciare il campo alla disinformazione, per cui dal 16 aprile, come concordato con i presenti, siamo alla ricerca di esperti del settore, preferibilmente del mondo accademico che, individuati in modo condiviso con gli stessi Consigli di Frazione possano illustrarci, in un seminario da tenere a breve sul nostro territorio, il complesso mondo della produzione di energia e calore da biomasse».
«Esperti del settore che possano dunque dare la possibilità, in modo laico, di fare chiarezza sull’argomento, che ha bisogno di essere reso comprensibile per tutti e che mal si presta ad una interpretazione in chiave “favorevoli o contrari a scatola chiusa” (ad esempio, politicamente questa Amministrazione ha sempre dichiarato la propria contrarietà all’utilizzo di biomasse liquide quali i vari tipi di olii che per loro provenienza originaria non sono assolutamente frutto di una virtuosa filiera corta)».
«Questo è quanto abbiamo condiviso in data 16 aprile con il Consiglio di Frazione di Guasticce, e lo avremmo fatto anche con quello di Stagno se non avesse preferito declinare l’invito organizzando peraltro una riunione alternativa. Siamo comunque sicuri che, nei prossimi giorni, avremo modo di incontrarci per capire le ragioni di questa apparente chiusura al dialogo perché, come detto, l’obiettivo è quello di arrivare ad un seminario conoscitivo sulla produzione di energia elettrica da biomasse col quale anche noi Amministratori, da cittadini tra i cittadini (perché a Collesalvetti, se non fosse chiaro, questo siamo) ci siederemo tra la gente per ascoltare con attenzione e ponendo tutte le domande del caso ad esperti del settore individuati insieme».
«Il Comune di Collesalvetti è un comune virtuoso nell’ambito delle energie rinnovabili: già oggi siamo in grado di produrre oltre il 50% del fabbisogno energetico ad uso civile da fonti di energia rinnovabile ed abbiamo già ridotto le emissioni di CO2 del 11,5% in vista dell’obiettivo 20% nel 2020. Lavorando in questa direzione non ci fermeremo di fronte a chi dice no a prescindere, bensì di fronte a questa opportunità di riflessione nata da evidenti errori comunicativi, ci facciamo carico di approfondire insieme un tema così importante per il nostro futuro».
«Siamo sicuri che i cittadini capiranno la nostra buona fede e la più totale volontà di crescere insieme, nella consapevolezza, come territorio e come comunità».
(firmato: Il Sindaco e la Giunta Comunale di Collesalvetti)
* grassetti di Collenews
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