Collesalvetti «Una brutta giornata per la storia del Partito Democratico colligiano». Definisce così Dario Fattorini, consigliere comunale PD e segretario del circolo di Collesalvetti, la giornata delle dimissioni di Carlo Santucci dal partito (leggi qui). La sua riflessione si aggiunge a quella del segretario dell’Unione Comunale, Adriano Roselli (leggi qui) che, tramite queste pagine, aveva parlato di «parole troppo forti, inopportune».
Obiettivi comuni, diverse le soluzioni «Quando persone valide ed oneste se ne vanno – è la riflessione di Fattorini –, a soffrire è tutta la comunità del partito, che diventa più povera. Comprendo il malessere di Carlo, Fabio e Pino, che si ritrovano in un partito in cui la linea dominante (momentanea!) a livello nazionale e locale li vede oppositori interni. Intendiamoci, gli obiettivi che accomunano tutti quelli che si rivedono politicamente a Sinistra sono (o dovrebbero essere) i medesimi, ma differenti sono le soluzioni e le persone che ognuno di noi ritiene giuste per arrivare a quegli obiettivi».
«Se manca un dibattito interno, c’è un problema» «Io personalmente continuo a pensare che si debba lavorare internamente per convincere e far prevalere le proprie posizioni, anche se puó essere molto difficile. Certo non si puó prescindere da un dibattito interno, talvolta anche aspro, e se questo dibattito viene a mancare nasce un problema. Una riflessione deve essere fatta: se un partito rimane a pensiero unico non è più un partito, i pensieri di minoranza sono vitali, contribuiscono alla critica, che è la struttura della democrazia».
Ma… nessuna pretesa di esclusività «Allo stesso tempo, riconoscendoci in una comunità e in alcuni valori guida (presupposto fondamentale), non possiamo pretendere che le nostre soluzioni ai problemi siano le uniche corrette. Io sono definito uno spirito libero, spesso sono in posizioni minoritarie, tante battaglie le ho perse, alcune no, ma continuo a pensare che i risultati si ottengono lavorando all’interno (Renzi e Bacci da posizioni di minoranza sono oggi alla guida del partito)».
«Spero – conclude Fattorini – che in futuro ci possa essere un ripensamento. Non riferendomi a nessuno in particolare, concludo dicendo che l’errore più grande che si possa fare nella vita di partito è quello di confondere critiche per attacchi personali o viceversa (l’essere permalosi è un lusso) e che solitamente gli obiettivi si raggiungono uniti e non sparpagliandoci in rivoli ininfluenti».
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