Un universo di sconfinata bellezza Un viaggio, questo, che intende spalancare al lettore l’orizzonte di un universo artistico di sconfinata bellezza, che arricchirà chi intenderà farlo sia dal punto di vista emotivo che culturale, portandolo a conoscenza di un patrimonio di cui, come italiano, può andare più che fiero.
Un viaggio non difficile, ma nemmeno facilissimo Un viaggio – va detto – che non sarà difficile e “per gli addetti ai lavori”, ma nemmeno semplicissimo. L’Opera è infatti una forma d’arte di non immediata fruibilità. L’Opera non è il cinema. E’ la più completa di tutte le forme d’arte perché consta di una dimensione drammaturgica e di una musicale, consta di solisti e coristi, di cantanti e di orchestra, di regia, scenografia e costumistica. Un’espressione artistica poliedrica, prismale. Che si fa quando si va all’Opera? Ci si concentra sul canto o sulla dimensione strumentale? Si ascolta il solista o i coristi? E se cantano due solisti? E se cantano più solisti? E se cantano più solisti col coro? E l’orchestra? Ci si concentra più sul violino o sul clarinetto? Sul corno o sull’oboe? Sulla tromba o sul flauto? Sull’ottavino o sul violoncello? C’è poi la trama che, stanti il linguaggio arcaico e le difficoltà canore che possono rendere non molto comprensibile la declamazione dalla parola, può non essere facilmente intuibile. E’ per queste ragioni che – scrivevo – l’Opera è una forma d’arte di non immediata fruibilità. Occorre entrarci dentro, addentrarsi nel meccanismo. E riuscire a fruire dell’insieme degli elementi: il canto, la musica orchestrale, la recitazione, la trama. Come in tutte le cose, le prime volte è sempre un po’ più complesso, ma una volta inseriti nel meccanismo e superate le prime difficoltà, tutto diviene più familiare e si comincia ad apprezzare e a godere dell’Opera.
Il compositore che fa per me C’è poi da capire “qual è il compositore che fa per me”. Se si ha una vena comica, spiritosa, ironica, possono piacere alcune Opere di Gioacchino Rossini, mentre se si è più romantici, sentimentali, può essere Vincenzo Bellini il compositore che ci va a genio. Ma anche un certo Donizetti.Sconsiglio dunque con fermezza di ascoltare un’Opera e poi lanciarsi in giudizio senza appello: “l’Opera non mi piace”. Nulla di più sbagliato. Può non piacere Verdi, ma Rossini sì, così come possono piacere alcune Opere di Verdi ma non altre, alcune di Rossini, ma non altre. L’Opera non è tutta uguale e nemmeno gli stessi compositori. Il Rossini del Barbiere di Siviglia non è il Rossini del Guglielmo Tell, così come il Donizetti de L’elisir d’amore non è il Donizetti della Lucrezia Borgia, solo per fare due esempi. E anche i singoli brani di un’Opera non è detto che piacciano tutti. Di una stessa Opera può piacere una cabaletta, ma non il duetto che la segue. Dunque, non c’è da scoraggiarsi, ma da provare, provare e ancora provare; sperimentare, sperimentare e ancora sperimentare.
Appuntamento ogni domenica La rubrica verrà aggiornata ogni settimana, la domenica. Il prossimo articolo sarà dedicato al lessico operistico, così da iniziare a familiarizzare con le parole del mondo del melodramma, in modo tale da fare un cammino progressivo e non ritrovarsi nei singoli articoli parole astruse che scoraggino la lettura. A seguire, tre articoli con cenni biografici sui tre compositori sulle cui Opere ci concentreremo per i primi quattro mesi e mezzo: Rossini, Bellini e Donizetti e poi, appunto, articoli sui singoli melodrammi di questi 3 autori, alternati fra loro.