«Questo – si legge in una Nota del partito a firma del responsabile per le politiche del lavoro, Valerio Bianconcini – fa parte del gruppo Contacta, il quale il maggior committente é Seat Pagine Gialle. Il call-center di Guasticce con i suoi 360 dipendenti circa, rientrerebbe nel taglio dell 80%, per evitare il fallimento di Seat a causa del suo tracollo in borsa con conseguente default. I dipendenti sono molto preoccupati per un possibile ridimensionamento o per una delocalizzazione, visto che tra circa sei mesi ci sará il rinnovo della commessa. La cosa strana é che l’azienda ha chiesto ai lavoratori la disponibilità a fare straordinari per fronteggiare un possibile picco di lavoro. Inoltre, qualche tempo fa, l’amministratore delegato di People Care smentì tali rischi, anzi, affermò che vi erano presupposti per sviluppare nuovi argomenti per il business a Livorno, tipo la fibra ottica. Quindi risulta capibile la causa di tale possibile chiusura e cioé non per la mancanza di lavoro, ma bensì per il tracollo economico di Seat».
«Rifondazione Comunista Collesalvetti – fanno sapere dal partito – seguirá il caso e dará il proprio appoggio ai lavoratori di People Care, auspicando un incontro con le R.S.U. ed una rappresentativa di lavoratori, per capire meglio le loro problematiche visto che il territorio é giá stato duramente martorizzato (ceramiche industriali, Mtm, TRW, ecc…)».
«Il nostro paese – si legge ancora nella Nota – necessita di riforme vere, come una legge anti delocalizzazione seria che eviti spargimenti di sangue nei territori ogni volta che un’azienda decide di andare là dove il costo del lavoro è minore e soprattutto un governo serio, finalmente, che smetta di fare regalini a Confindustria e che rediga una volta per tutte un vero e proprio Piano Industriale Nazionale, ripartendo e dando il giusto spazio ai lavoratori».
La posizione di Rifondazione nei confronti delle politiche governative é infatti molto critica. Si parla di «una Nazione dove viene modificato lo Statuto dei lavoratori, a discapito solo di questi, anche se migliaia di cittadini scendono in piazza per manifestare il proprio dissenso» e anche di un il governo in carica che «approva per decreto una legge delega, il Jobs Act, che invece di migliorare le condizioni dei lavoratori, le peggiora sensibilmente».