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LIVORNO E COLLESALVETTI A UNA VOCE SOLA: «ENI RIMANGA A STAGNO E PRESENTI UN PIANO INDUSTRIALE»

Consiglio Comunale congiuntoCollesalvetti Uniti per la Raffineria di Stagno e per il lavoro in generale. I due Consigli Comunali, Livorno e Collesalvetti, si sono riuniti in seduta congiunta ieri sera, alle 21, presso la Sala Consiliare di Livorno. All’ordine del giorno, la questione ENI. I componenti dei due organi hanno infatti approvatoall’unanimità, a fine seduta, una mozione per esprimere pieno sostegno alla battaglia dei lavoratori dellll’ENI e dell’indotto, delle organizzazioni  sindacali dei Sindaci di Livorno e Collesalvetti e della Regione Toscana per il mantenimento del Polo ENI, per richiedere alla stessa e al Governo un piano industriale serio e per mantenere la piena vocazione industriale e produttiva dell’area in un momento in cui questo territorio non può sopportare un’ulteriore riduzione di posti di lavoro.

 

i due sindaci: Bacci (sx) e Nogarin (dx)

La mozione ha impegnato anche i rispettivi Sindaci a farsi portatori di queste istanze e a riferire costantemente ai due Consigli sulle evoluzioni della trattativa.  Alla seduta hanno partecipato anche l’Assessore regionale alle Attività produttive, Gianfranco Simoncini ed il neoeletto Presidente della Provincia di Livorno, Alessandro Franchi. In apertura di seduta,  il Sindaco di Livorno, Nogarin, ha aggiornato l’Assemblea sugli incontri istituzionali avuti in merito alla crisi lavorativa in atto. Dopo di lui, è stata la volta del suo omologo colligiano, Lorenzo Bacci che ha ribadito la volontà di dire no alla vendita e alla trasformazione in deposito del sito di Stagno. A seguire, è intervenuto anche Gianluca Persico, rappresentante sindacale, che ha tenuto a precisare: «la Raffineria di Livorno sta chiudendo in attivo i bilanci» e Stefano Sodano (RSU TRW), a seguito del cui intervento l’Aula tutta, compreso il pubblico, si è alzata in piedi tributandogli un lungo applauso.

 

 

L’Assessore Gianfranco Simoncini

Dal canto suo, l’Assessore Simoncini ha ricordato che «come Regione abbiamo chiesto il riconoscimento di Livorno come “area di crisi complessa”. C’è bisogno di risposte che salvaguardino i posti di lavoro, ma anche di prospettive di sviluppo». Simoncini ha ricordato anche le specificità della Raffineria di Stagno «che possono permetterle di continuare ad esistere» Anche Simoncini ha definito «inaccettabile il ridimensionamento a deposito» e chiesto ad ENI un piano industriale. «ENI – ha detto Simoncini – ha portato lavoro e ricchezza, ma anche una situazione ambientale che non è la migliore possibile. Per questo, non può pensare di andarsene dall’oggi al domani come se nulla fosse».

 

 

 

Elisa Amato (Forza Italia) ha parlato della necessità di «mandare al Governo un messaggio chiaro ed inequivocabile, chiedendo maggiori attenzioni per il nostro territorio». Marco Cannito (Città diversa) ha ricordato che Livorno vive un’emergenza occupazionale non da poco tempo e ha individuato nella Costituzione le soluzioni a questa vicenda. A seguire, è stata la volta di Andrea Raspanti (Buongiorno Livorno), il quale ha ribadito, anch’egli, la contrarietà alla vendita e alla trasformazione in deposito. «Quando si parla di lavoro – ha tenuto a precisare Raspanti – le istituzioni devono rispondere a prescindere dall’appartenenza politica dei propri componenti». Marco Ruggeri (PD), dal canto suo, ha ricordato che «ENI ha fatto la storia industriale di questo Paese e fa miliardi di utile». «Se “salta” lo stabilimento ENI, “salterà” presto anche il polo industriale di Rosignano Solvay, così come è stato per l’acciaieria di Piombino. Le comunità locali si  mobilitino, non pensino che le istituzioni possano risolvere tutto da sole», ha concluso Ruggeri. Francesco Bastone (M5S) ha citato l’articolo 4 della Costituzione: «mai come adesso sembra calpestato. La vicenda ENI è l’esempio di come sia catastrofica l’attuale situazione sociale».

 

La seduta si è caratterizzata per la pacatezza e per l’assenza di scontro politico, nonostante le due amministrazioni locali siano di colore politico ben diverso l’una dall’altra.

 

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