Francesco, com’è nata in te la passione per la canoa?
«Prima di fare canoa facevo latino-americano, quando un giorno il professore di educazione fisica ci portò a fare una gita d’istruzione a Stagno: vidi così cos’era la canoa e me ne innamorai subito. Mi piacquero anche gli allenatori; il loro carattere, il loro modo di fare che avvicina con piacere a questo sport».
«A me il calcio non piace affatto: non lo gioco e non lo seguo. E’ uno sport che ha poco senso, secondo me».
La canoa è stata la tua prima esperienza con gli sport acquatici o avevi già fatto nuoto o cose simili?
«Sì, avevo fatto nuoto appunto, per un paio d’anni, alle piscine di Collesalvetti, prima che chiudessero».
Castell’Anselmo, la tua frazione, come ha preso la tua vittoria? Hai ricevuto complimenti dai tuoi compaesani, manifestazioni di stima?
«Son tutti contenti, è un motivo d’orgoglio per la frazione. Sì, quando la gente mi incontra per strada, mi fa i complimenti».
Hai festeggiato anche in famiglia e con gli amici?
«Abbiamo festeggiato alla sede del Canoa Club, a Stagno».
Cosa fai nella vita oltre alla canoa?
«Studio; sono al secondo anno dell’ITI. La mia vita è, praticamente, scuola e canoa».
Ecco, quanto ti impegna questo sport, questa passione? Come riesci a coniugarlo con la vita privata?
«Alle 5:45, 5 mattine a settimana, vado con gli altri a correre sul Viale Italia e facciamo allenamenti a corpo libero e poi a scuola. Il pomeriggio, invece, allenamenti 7 giorni su 7. Non esco tanto poiché il mio gruppo di amici è là, al Canoa Club».
Obiettivi per il futuro?
«Arrivare alle Olimpiadi, anche senza vincerle. Già arrivarci, sarebbe un ottimo risultato».