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STAGNO, “CASO TORETTA”: «IMPOSSIBILE ACCERTARE LA FONTE PRIMARIA DI INQUINAMENTO»

Fosso Toretta

Il Fosso Toretta a Stagno

Stagno Un odore forte, nauseabondo, non identificabile, che proveniva dal Fosso Toretta, che attraversa Stagno vecchio. Se ne erano accordi i residenti nelle abitazioni in prossimità del fosso. Della questione era stato subito investito il Comune di Collesalvetti, ma anche Arpat, che era intervenuta per fare dei prelievi dalle chiazze oleose che emergevano sulla superficie dell’acqua (leggi qui).

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Arpat, che ha appunto effettuato un indagine, rende noto che dal sopralluogo, effettuato insieme alla Polizia Municipale, è emerso che sulla superficie dell’acqua del Fosso Toretta era presente una patina oleosa che ricopriva interamente il fosso – come sostenuto dai residenti – e che la vegetazione riparia, costituita prevalentemente da erbacee e canne semisommerse, era ricoperta da una patina nerastra. L’odore particolare emanato dall’acqua del fosso non sarebbe però associabile a gasolio o benzine. Il fenomeno era piuttosto esteso, fino all’altezza del ponte dell’autostrada, oltre il quale non è stato però possibile proseguire –  rendono noto gli autori del rilievo – per impraticabilità della strada.

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La macchia nerastra nel fosso è stata seguita fino oltre la zona dell’Interporto a Guasticce, rilevando tracce sull’Antifosso Reale; che poi diventa il Toretta. Tuttavia – questo l’esito finale – non è stato possibile accertare la fonte primaria di inquinamento.

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I tecnici di ARPAT, nell’effettuare il campionamento dell’acqua del Fosso escludono la presenza nel fosso di idrocarburi e sostanze oleose, così come di apporti di natura organica per eventuali sversamenti fognari. Con molta probabilità tali risultati risentono della diluizione delle acque.

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