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Ad aprire i lavori, il sociologo, che subito ha chiarito che lo stress non è solo negativo ma ne esiste un positivo detto “eustress”. L’eustress è quel determinato stato che viene messo in gioco quando dobbiamo affrontare una prova, sia fisica che intellettuale. Esso – ha spiegato Cozzolino – ci permette di disporre di energie psicofisiche supplementari. Lo stato prodotto dall’eustress, se riuscito a prolungare, porta a effetti positivi e regolarizza l’organismo. «Lo stress negativo viene detto distress, questo è lo stress che porta a conseguenza cliniche: malattie psicosomatiche e di altra natura». Inoltre Cozzolino ha tenuto a chiarire che l’universo che produce lo stress è estremamente vario e che dipende anche dalla persona, poiché ogni persona reagisce diversamente agli stimoli che potrebbero produrre stress. «Lo stresso – ha spiegato ancora Cozzolino – agisce sia sul sistema immunitario che su quello nervoso, ma quello immunitario è sottoposto ad alterazioni dipendenti dal sistema nervoso, quindi il benessere fisico dipende anche dal benessere psichico».
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A seguire, ha preso la parola la psiconeuroimmunologa, che ha spiegato come ormai non esista più la distinzione tra mente e corpo; «ormai si parla di sistema cervello». «Lo stress – ha spiegato la Ulivi – è un evento infiammatorio, se lo stress dura più di 28 giorni si cronicizza, quindi abbiamo un’alterazione degli ormoni. Le ghiandole surrenali producono citosina che non viene combattuta da un altro ormone, la serotonina. Ciò può portare alla depressione, uno dei primi sintomi di stress patologico. Negli ultimi tempi – ha continuato la dottoressa Ulivi – sono state costruite macchine che leggono i livello di stress di ogni organo del corpo. Il risultato viene refertato da un grafico da cui poi si prescrive una cura unica per quel paziente con quel grafico. Quindi – ha concluso – la ricerca si sta sviluppando verso la coordinazione dell’ambito farmacologico e piscofiscico. I campi di prevenzione dello stress sono 3: mentale, fisco (fare attività fisica nelle giuste quantità) e alimentare (determinati cibi favoriscono l’arginamento dell stress)».
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Infine, è intervenuto l’antropologo della mente, spiegando che lo stress si può curare anche attraverso metodi che non sono farmacologici. «Questi metodi – ha spiegato il dottor Bertirotti – si basano anche sulla memoria non cosciente di ogni persona che risale fino alla condizione di feto». Poi, ha chiarito la generazione della parala stress: «la parola stress deriva dal verbo inglese “to stress”, che vuol dire stirare, come ad esempio un elastico, così nella nostra vita siamo stiracchiati e quando siamo tranquilli torniamo ad uno stato di quiete. Il problema emerge quando non é possibile tornare ad uno stato di quiete». L’antropologo della mente afferma: «Noi siamo nati per stare bene, siamo all’interno di una struttura mente-corpo che è armonica, ogni cellula del corpo è in accordo con ogni altra», ha concluso l’antropologo della mente.
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In conclusione, ha ripreso la parola la Cozzolino che ha spiegato come «siamo fermi ancora ad un paradigma fisico. La scienza vede ancora il corpo solo come un macchina, ma , come già detto, la ricerca tende a comprendere mente e corpo, quindi si vengono a formare, per approfondire la conoscenza in quel determinato campo, nuove scienze che comprendono più saperi, ad esempio la psiconeuroimmunologia. Il benessere della persona deve comprendere sia il benessere fisico e mentale». La Ulivieri ha concluso esponendo come sia fondamentale l’esempio genitoriale e i rapporti con le altre persone per muoversi nel mondo e anche per combattere lo stress.
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