Questi gli incontri:
- Karafili Sidorella vs Bendelli Serena (Senior);
- Patania Entony vs Doghi Ravzan;
- Olivieri Davide vs Capovani Davide (Senior);
- Pirone Valerio vs Miron Vlad (Youth);
- Guerini Jacopo vs Mariconi Simone (Junior);
- Gressani Filippo vs Dondoczi Alin (Youth);
- Lenti Vairo vs Gaspar Szilard (Elite);
- Tomassimi Diego vs Petre Florin (Elite);
- De Sanctis Marino vs Borgovan Lonut (Elite).
«Eos, come sempre, ospita ogni iniziativa che porta aggregazione e interesse per la collettività – afferma Biagi -. In particolare, già da alcuni anni, abbiamo istituito una partnership con Livorno Boxe Salvemini, di cui ospitiamo e aiutiamo ad organizzare tutti gli eventi di pugilato. Ci dispiace che le istituzioni non riescano mai a dare una mano in questo tipo di iniziative e, quindi, siamo sempre costretti a fare fronte economicamente a tutti gli alti costi organizzativi. A mio avviso – prosegue – questo genere di eventi porta un gran beneficio alla collettività. Sono contento di quello che abbiamo fatto nel corso di questi anni perché molti ragazzi provenienti dalla strada e senza ambizione sono diventati sportivi».
Gli fa eco Salvemini, che presenta l’evento di domani come «una manifestazione internazionale di pugilato in cui si scontreranno Livorno e Bucarest. Sono previsti dieci incontri, di cui sette internazionali e un derby tra palestre livornesi. Questa serata è stata voluta per accrescere tecnicamente i nostri ragazzi. Gli incontri vedranno sul ring atleti che vanno dai 46 agli 81 kg e il livello sarà molto alto».
Nonostante le molte manifestazioni e i tanti ragazzi coinvolti nella boxe, «ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, da cui riceviamo zero – continua -. Non ci è stato nemmeno concesso di fare attività formativa nelle scuole. Tuttavia, stiamo svolgendo il nostro lavoro in modo ottimale, anche se potremmo arrivare ad un livello ancora più alto ed ambire alle competizioni internazionali di un certo rilievo come i Mondiali o le Olimpiadi. Il nostro obiettivo è togliere i ragazzini dalla strada e portarli in palestra per dargli un punto di aggregazione sociale: qualcuno di loro potrebbe anche diventare un campione in futuro», conclude Salvemini.