Quando mi sono apprestato ad andare dalla mamma di Mattia per intervistarla, non è stato semplicissimo. Un simile tipo di servizio non è certamente assimilabile al servizio o all’intervista di tutti i giorni. Occorre, in questo genere di lavori, una grande empatia e delicatezza. Ma, stanti queste, è un lavoro che deve essere fatto, che ho fatto volentieri. E l’ho fatto volentieri perché la solarità di Mattia, quella sua incontenibile voglia di vivere, quella sua giovanile frizzantezza che sprizzava da tutti i pori è contagiosa e… giornalisticamente interessante. Giornalisticamente interessante perché è una notizia. E qui entra in campo il lavoro di noi giornalisti. Soprattutto in tempi non positivi, in un’epoca nella quale larga parte dei ragazzi, chiusi nella loro virtuale freddezza, sembra incapace di vivere e divertirsi in maniera sana, la sua naturale gioiosità e voglia di vivere è davvero una notizia.
Mattia, dunque, da questo punto di vista, è emblematico di quella gioventù sana, vogliosa di vivere, di relazionarsi, di costruire. E questo suo modo di essere non era evidente solamente a chi lo conosceva bene, a chi si relazionava con lui tutti i giorni. Era evidente anche a me, che non lo conoscevo direttamente, che non mi ero mai presentato a lui, pur essendo un ragazzo del mio paese. Quelle foto su Facebook in cui lui era sempre sorridente; quel volto – le poche volte che l’ho visto dal vivo – così disteso, rilassato, sereno, contento, festoso, aproblematico!
Beh… in tempi nei quali la depressione, anche in senso clinico, sembra farla da padrone anche fra le fasce più giovani della popolazione, in tempi nei quali le medesime si bruciano l’esistenza, la sua parte più bella, con la droga, con l’alcool, con le folli corse in auto o altre boiate pazzesche, Mattia Schiavetti, il suo approccio alla vita, il suo stile di vita, quella sua smania di relazionarsi (con tutti: ragazze, amici…), quel sano desiderio di fare sport, rappresenta senz’altro una notizia.
Infine, ho realizzato volentieri questo speciale perché, seppur non in senso biologico, evidentemente, Mattia possa tornare a vivere. Quantomeno nella memoria di ciascuno di noi.
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