Vicarello Bruno Mazzoni, 91 anni a breve, è uno degli ultimi partigiani rimasti sul territorio colligiano. Combattente nella seconda Brigata Garibaldi, nella vita ha fatto il contadino e poi il dipendente al Comune di Livorno. Vive a Vicarello, come il nipote, Yuri Mazzoni, da poco candidato nelle liste di Rifondazione Comunista. Alla vigilia del 25 aprile lo abbiamo incontrato ed intervistato, come hanno fatto anche, mesi fa, i colleghi di Rai Storia. Per Mazzoni sarebbe importante che ci fosse sul Comune di Collesalvetti «qualche realtà che si prendesse il compito di trasmettere ai giovani i valori della Resistenza». Il 91enne partigiano vicarellese parteciperà, il prossimo 25 aprile, alla Camminata della Pace organizzata dal Comune di Collesalvetti.
Mazzoni, siamo alla vigilia del 25 aprile. Cosa rappresenta per lei questa ricorrenza?
«Sicuramente una data fondamentale della nostra storia. Il 25 aprile rappresenta veramente tanto per me. Negli anni scorsi sono stato invitato anche a manifestazioni a Milano e Torino».
Come trascorrerà dunque questa data?
«Sono stato invitato alla Camminata della Pace organizzata dal Comune di Collesalvetti a Colognole. In quell’occasione mi sarà consegnato un riconoscimento da parte del Sindaco Bacci. Ho un’età, però; non posso più fare granché».
Lei è uno degli ultimi partigiani rimasti sul territorio del Comune di Collesalvetti. Come pensa di trasmettere i valori della Resistenza alle giovani generazioni?
«Non ho un quadro preciso della situazione. Occorrerebbe indicare la strada ai giovani; ci vorrebbe qualche realtà, non so bene cosa, sul Comune di Collesalvetti cui conferire questo specifico compito; trasmettere i valori della Resistenza alle giovani generazioni, far vivere in loro la memoria storica. Questi valori, comunque, vivono ogni volta che si fa qualcosa per sconfiggere l’ingiustizia nel mondo. Resistenza è, solo per fare un esempio, il lavoratore che lotta per portare il pane a casa, per arrivare a fine mese. Iniziative come la Camminata della Pace, comunque, sono molto utili da questo punto di vista».
Molti studiosi sostengono che viviamo nella società post-ideologica. Ha ancora senso parlare di fascismo, comunismo, Resistenza?
«In effetti siamo abbastanza lontani da quegli eventi, ma a me tutto questo è rimasto ben impresso nella memoria. I concetti di comunismo e fascismo si sono evoluti, forse, prima, in Destra e Sinistra e oggi nemmeno in quello. In parte è la società che ti porta a credere che tutto questo oggi non esista più. Sono comunque orgoglioso di essere comunista».
Il periodo storico che lei ha vissuto, a suo giudizio, è ben conosciuto oggi oppure c’è un deficit di memoria storica?
«Beh… penso che questi episodi siano conosciuti un po’ da tutti, indipendentemente da come la pensano. Feste nazionali come il 25 aprile sono emblematiche di una memoria storica almeno in parte ancora radicata».