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DA GUASTICCE A CHONGQUING: «VI RACCONTO LA MIA ESPERIENZA IN CINA»

Pechino, Tempio del Cielo - Vestito da Imperatore

Matteo Lucarelli a Pechino, presso il Tempio del Cielo, vestito da Imperatore

Guasticce – Matteo Lucarelli, classe 1989, guasticciano, è da poco tornato da un viaggio d’istruzione un Cina. In questi sei mesi,  dal 2 settembre  2013 al 1 marzo 2014, Matteo ha abitato in un dormitorio per studenti internazionali dentro il Campus dell’Università, a Chongquing. Il suo viaggio è nato nell’ambito di borsa di studio perché l’Istituto Confucio di Pisa ha una collaborazione con l’Università di Chongquing, appunto. Dal rapporto col cibo cinese («usano troppo olio») e con le persone («ho stretto rapporti significativi con un cinese, ma anche con un italiano che viveva nel mio stesso ») ai viaggi nelle varie località (fra cui Hong Kong; Macau; Pechino e Shangai),  passando per l’esperienza del bungee jumping più alto del mondo, il racconto del 24enne di Guasticce a Collenews.

 

 

Matteo, cosa ti ha lasciato quest’esperienza?

«Sicuramente mi ha arricchito; ho conosciuto tante nuove persone; le loro storie e ovviamente parlando con loro comunicavo in inglese, che dunque è migliorato. Inutile che stia a dire che il cinese è migliorato perché l’ho studiato diligentemente; non c’era nulla che potesse distogliermi dal mio obiettivo. Ho visto nuovi posti; davvero mi sento tanto arricchito, ma soprattutto mi focalizzo sul fatto di aver conosciuto tante nuove persone».

 

 Ecco, appunto. Volevo chiederti se nell’ambito di questa esperienza hai stretto rapporti significativi

Matteo sulla Grande Muraglia Cinese

«Sicuramente! C’era un ragazzo di Collesalvetti, di 28 anni, che sta facendo il Master in Businness Administration; la sua fidanzata è stata la mia prima professoressa di cinese. Con lui ho davvero stretto un bel rapporto. Quando entravo in camera sua e chiacchieravamo mi sembrava di essere in Italia, non a caso alla porta della sua stanza c’era un’insegna con su scritto: “Little Italy”. Poi c’era un uomo cinese dal quale andavo sempre a fare rifornimento di cibo  soprattutto; era subito sotto al dormitorio, andavo sempre da lui. Mi ha preso in simpatia; abbiamo stretto un bel legame».

 

Qual’era la tua giornata tipo?

«Mi alzavo la mattina alle 7:45, facevo colazione subito dopo, poi avevo lezione dalle 8:30 a mezzogiorno, dopodiché andavo con gli altri amici alla mensa universitaria del Campus. Dopo pranzo, riposo assoluto di mezz’ora; studiavo dalle 14:30 alle 17:30 e poi c’erano giorni in cui mi allenavo – c’era la palestra al primo piano del dormitorio – e altri in cui dovevo fare altre cose come pulire la camera, uscire con le altre persone… Alle 20, poi, la cena in tipici ristoranti all’aperto (anche d’inverno). Poi si ritornava in camera; due chiacchiere fra noi e alle 22:30 /23 andavo a letto perché la giornata era veramente stancante».

 

 Com’è stato il tuo rapporto con il cibo?

Matteo a cavallo sulla Grande Muraglia Cinese

«Mi sono adeguato da subito anche perché in quella città c’ero già stato nel 2012; ho avuto tuttavia due volte dei disturbi gastrointestinali dovuti una volta a del salmone crudo e l’altra a carne andata a male. A pranzo e cena, poi, sempre riso; la carne là è poca; molte verdure… Usano troppo olio; mi toccava sempre chiedere di usarne meno. Mi ritengo tuttavia fortunato perché molti miei compagni si sono sentiti male molte più volte».

 

Altre differenze significative fra lo stile di vita italiano e quello cinese?

«Il clima; è sempre umido, il sole l’ho visto pochissime volte, per non parlare dello smog. All’interno del Campus, poi, la vita era tranquilla, ma uscendo… un vero caos di mezzi di trasporto».

 

 Quale ricordi esser stato il giorno più bello e quale quello più brutto di quest’esperienza in Cina?

«Il giorno più bello è stato quando ho vinto il premio per il miglior cinese orale; è stata una cosa inaspettata. Una piacevole sorpresa. Quelli più brutto, invece, quando per le vacanze tutti i miei amici erano tornati a casa; il Campus si era svuotato. Io ero rimasto perché volevo continuare a viaggiare, ma quando non lo facevo ero da solo nel dormitorio. Son dovuto stare un mese in solitudine, parlando solamente cinese, vedendo solamente cinesi. Vivevo quelle giornate solamente per arrivare alla sera, quando potevo parlare con i miei in italiano».

 

 Quali città hai visitato?

«Leshan; Xi’an; Hong Kong; Macau; Pechino; Kunming; Shangai e Guilin».

 

 

Altre cose particolari che hai fatto?

«Il bungee jumping più alto del mondo».

 

Avevi portato con te dei farmaci? Ne hai avuto bisogno?

«Sì, ne avevo portati diversi: antipropulsivi soprattutto. Sì, mi sono stati utili».

 

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