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L’intervista – MARTINA MALUCCHI: IL SUO AMORE PER IL TEATRO E LE PROPOSTE PER L’ISTITUZIONE SCHUMANN

Martina MalucchiMartina Malucchi, 28 anni, ragazza di Collesalvetti, il 16  febbraio scorso si è esibita con la classe di teatro dell’Istituzione comunale per la cultura “Clara Schumann” alla Sala Spettacolo di Collesalvetti, nell’ambito di un recital a più voci ispirato al monologo teatrale “Novecento” di Alessandro Baricco (leggi qui). Studentessa universitaria, ragazza dal background di pianoforte e canto leggero, Martina ha la grande passione per il teatro. Una passione molto intensa, appunto, che per ora vive umilmente – ma che non disdegna possa trasformarsi in qualcosa di più  – e che racconta ai lettori di Collenews.

 

Il 16 febbraio scorso c’è stata la tua esibizione alla Sala Spettacolo; il recital dell’Istituzione Schumann. Come ti è parsa la risposta del pubblico? 

«Positiva; ho sentito applausi. Lo spettacolo, poi, è stato ben seguito nonostante si trattasse di una storia abbastanza triste con pezzi anche lunghi da ascoltare. L’attenzione, quindi, avrebbe potuto facilmente scemare, invece ho visto che anche i bambini sono rimasti abbastanza attenti. Sicuramente è stata buona l’impostazione dello spettacolo a più voci».

 

La tua passione per il teatro com’è nata?

«In realtà è stata una cosa nata per caso; per caso ho saputo di questo corso teatrale, vedendo i volantini, anche se sono sempre stata una spigliata, una che “tiene il palco”, in famiglia, con i parenti… Quindi, forse anche per il periodo che mi trovavo a vivere, ho deciso di provare e mi sono in seguito appassionata. Sperimentiamo varie dimensioni; dal drammatico al comico… Insomma; mi piace. Sicuramente è un forte stimolo fare teatro; un arricchimento culturale, innanzitutto, ma si lavora anche su se stessi e quindi, oltre a divertirti ed imparare, è una cosa che ti arricchisce moltissimo anche sotto il profilo umano, per il lavoro che fai su di te, in un mondo le cui dinamiche portano invece ad allontanarsi sempre più da noi stessi. Un aspetto psicologico, quindi, molto importante».

 

Quali sono dunque le tue aspettative in quest’ambito? Speri si possa trasformare in un’occasione lavorativa, oppure ti sta bene che rimanga un semplice hobby?

«Per ora rimango nel mio portare avanti una passione che è nata ora, però, ovviamente, se capiterà un’occasione non la disdegnerò affatto, anche se rimango con i piedi per  terra nel vivere umilmente questa bella passione».

 

A parte il teatro, cosa fai nella vita?

«Sono ancora studentessa universitaria; mi devo laureare quest’anno in discipline dello spettacolo e della comunicazione a Pisa. All’inizio era “Cinema, musica e teatro” ed io avevo scelto Cinema per una questione di materie da studiare e di laboratori, che mi piacevano moltissimo. Mi sarebbe piaciuto fare anche una scuola di doppiaggio, ma… corsi costosissimi! E poi ci sono delle caste che… Da lì dunque sono poi arrivata al teatro. Sono anche una babysitter; adoro i bambini!».

 

Hai amiche o amici a Collesalvetti o nelle altre frazioni che condividono la tua stessa passione?

«No. Il gruppo è composto da persone che ho conosciuto là, al corso. Ho delle amiche che sono appassionate di Cinema, posso quindi sperimentare con loro film magari più insoliti, più introspettivi, ma… la passione per il teatro, no».

 

Come hai conosciuto l’Istituzione Schumann?

«L’ho conosciuta tantissimi anni fa. Iniziai con il pianoforte; feci quasi 2 anni, poi smisi – anche se mi sono pentita ora! – ma mi piaceva l’idea di rimanere nell’ambito della musica, così, guardando fra le varie offerte della scuola di musica, trovai canto leggero – all’epoca insegnava Petra Magoni – ed iniziai così questo percorso, che è andato avanti una decina d’anni, con vari insegnanti, fra cui Alessia Belli – presente anche lei al recital di domenica 16 – ma poi abbandonai anche quello. Comunque fu grazie a mio padre che conobbi l’Istituzione; da bambina fu lui a portarmi alla scuola – all’epoca era a Collesalvetti – probabilmente un suo desiderio che qualcuno, in famiglia, studiasse musica. Mi portò a vedere la struttura e mi chiese quale strumento mi sarebbe piaciuto studiare. Da lì nacque tutto».

 

C’è comunque questo filo conduttore dell’arte, nella tua esistenza…

«Sì sì… C’è sempre stato».

 

 

Secondo te è ben valorizzata la cultura nel Comune di Collesalvetti?

«Sì potrebbe fare molto di più! La Schumann è un’ottima Istituzione, che offre buoni corsi, la stessa Sala Spettacolo offre un cartellone di tutto rispetto, ma secondo me per la grandezza del Comune di Collesalvetti è ancora poco».

 

Fondi. Mancano i fondi. Ad ogni modo, se di fronte a te tu avessi non me, ma l’Assessore alla Cultura, cosa gli proporresti?

«Di completare l’offerta didattica incanalando l’allievo in percorsi professionali, concorsi…».

 

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