Inoltre, facendo riferimento al comunicato stampa emesso il 28 marzo 2013, afferma che «i Consorzi di Bonifica (“Ufficio dei Fiumi e Fossi”) sono gli Enti competenti alla realizzazione degli interventi atti a garantire la piena efficienza idraulica dei corpi idrici, programmano in modo autonomo gli interventi di manutenzione da eseguire periodicamente ed a tal fine sono titolati ad emettere specifici ruoli».
Pertanto, «tutte le attività devono essere svolte nel rispetto della normativa vigente, in particolare a riguardo del destino dei materiali derivanti dagli interventi di ricalibratura, la norma prevede chiaramente che l’utilizzo è vincolato dalla natura e dalla entità dei contaminanti presenti. I materiali di escavo – afferma ancora l’Ente – vengono infatti recuperati all’interno del corpo idrico là dove siano compatibili con la destinazione d’uso; se invece i materiali non sono compatibili devono essere recuperati o smaltiti in altro luogo».
Arpat, infine, ricorda che «non ha tra i propri compiti il rilascio di nulla-osta o autorizzazioni preliminari alla esecuzione dei lavori di manutenzione del reticolo idrografico di competenza dell’”Ufficio dei Fiumi e Fossi”; anche quando venisse esplicitamente richiesto il suo parere, l’Agenzia lo dovrebbe basare sul rispetto delle norme vigenti, che rappresentano comunque il riferimento della eventuale attività di controllo».