Collesalvetti Il dato che è uscito dalle urne dopo gli scrutini di ieri sera ha parlato in maniera chiara e inequivocabile: il territorio colligiano sta con Matteo Renzi.  L’ex premier rottamatore è infatti riuscito a ribaltare il dato delle convenzioni di circolo che avevano visto affermarsi, seppur di poco, fra gli iscritti, il Ministro della Giustizia e sfidante di Renzi Andrea Orlando col 51,3% dei voti. Non solo: l’Italia intera (chi ha votato, si intende) ha parlato chiaro, dando a Renzi oltre il 70% dei consensi. E ora si apre il periodo della riflessione.

Collesalvetti non è più di Sinistra-Sinistra La prima da farsi, ineludibile, è per gli orlandiani: chi voleva un partito diverso, una leadership diversa, toni diversi, una non sovrapposizione fra i ruoli di segretario di partito e Presidente del Consiglio dei Ministri, dinamiche diverse con quegli spaccati di società (mondo del lavoro, giovani, periferie, etc…) con cui il rapporto si era incrinato, deve rassegnarsi, almeno per ora. La partita è persa (e non per pochi punti percentuali). Perché sia stata persa è una riflessione che gli orlandiani dovranno fare con grande onestà intellettuale, a mente fredda, sbollita la delusione per un risultato che, se li delude a livello nazionale, non lascia loro nemmeno una sorta di “premio di consolazione” a livello locale.

La solida tradizione di Sinistra spinta che caratterizza il territorio colligiano lasciava immaginare in effetti qualcosa di più per il risultato orlandiano, ma a quanto pare è cambiata un’epoca, l’aspetto ideologico ha subìto una netta mutazione genetica e anche su questo chi fa parte di quella corrente dovrà riflettere. La stessa fuoriuscita di Rifondazione Comunista dal Consiglio Comunale e dalla Giunta per insufficienza di voti, del resto, era già un segnale da non sottovalutare. Se Renzi sia democristiano (come in tanti sostengono) o anche lui debba essere inquadrato in una diversa categoria politica, ognuno faccia le proprie valutazioni, ma una cosa è certa: Collesalvetti non è più di Sinistra-Sinistra come lo era un tempo. Nonostante la pesante sconfitta del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, nonostante l’indiscutibile impegno degli orlandiani sul territorio (a partire dalla passionaria vicesindaco in giù), Renzi ha vinto. E agli orlandiani spetta chiedersi perché.

I renziani In casa renziana, invece, probabilmente non c’è di che riflettere. Il voto di ieri ha indubbiamente rafforzato politicamente il sindaco Lorenzo Bacci (che è anche segretario del PD livornese, dove pure Renzi ha stravinto) e gli assessori renziani della sua Giunta. Ma c’è un errore dal quale i renziani colligiani devono guardarsi: far valere eccessivamente la loro vittoria. La componente orlandiana in Consiglio Comunale non è infatti trascurabile e ha i numeri per farsi valere in maniera politicamente significativa. In conclusione, se è vero gli orlandiani (dopo il voto di ieri) non hanno la forza e la legittimazione politica per chiedere rimpasti di Giunta o formulare altre richieste azzardate, è pur vero che hanno comunque un peso numerico nelle stanze dei bottoni tutt’altro che trascurabile, ragion per cui dagli “azzardi politici” conviene tenersi a distanza anche da parte dei renziani.

diego.vanni@collenews.it.

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