Collesalvetti Si chiude per Lorenzo Bacci l’esperienza come segretario del PD livornese. A stilare un bilancio è lui stesso con un lungo post su Facebook. Post in cui rivendica ciò che ha fatto, ricorda momenti positivi e non, per poi criticare la «mera e perdente illusione» dei capi bastone. Il tutto senza omettere di parlare dei problemi economici del partito, delle elezioni e rivendicando il fatto di «non aver mai piegato la testa, di fronte a nessuno». E non mancando di criticare chi concepisce la «politica come strada per fare carriera: è un’idea che mi repelle». Infine, un riferimento al «”cerchio magico” di Colle (mi viene da ridere) capeggiato da Riccardo Demi e Monica Barsacchi». «Sono un uomo libero: sì, libero. Mi può chiamare anche Renzi e chiedermi qualsiasi cosa. Io, da sempre, ragiono con la mia testa».

I PROBLEMI ECONOMICI DEL PARTITO «Ieri sera – scrive Bacci nel post –  si è chiusa ufficialmente la mia esperienza di coordinatore territoriale del PD Livorno. Un’esperienza vissuta in prima linea e per la quale sento di aver dato tutto me stessoMolte le difficoltà affrontate lungo questi 40 tortuosi mesi, sicuramente i più difficili mai vissuti dal centrosinistra nell’area livornese dal dopoguerra ad oggi. Ho preso in mano un partito reduce da una pesante sconfitta a Livorno, in un periodo in cui il PD vinceva ovunque. Un partito che si ritrovava ad avere enormi problemi economici, passando da un bilancio di 400.000 euro a 80.000 l’anno, con contenziosi aperti su più fronti».

ELEZIONI E REFERENDUM «In questi anni, insieme a tanti amici che volontariamente hanno sacrificato il proprio tempo per una causa comune, abbiamo riportato la Festa de l’Unità alla Rotonda, organizzato decine e decine di iniziative, conquistato vittorie importanti come quella delle Regionali e affrontato sconfitte cocenti, come in occasione del Referendum costituzionale. Gestito, anche con sacrifici personali, situazioni delicate come quelle del personale dipendente della Federazione, o vicende territoriali che avevano bisogno da tempo di una svolta, come nel caso dell’Unione comunale di Cecina, ora guidata in modo saggio e costruttivo da chi, Antonio “Pino”, tre anni fa scelsi come commissario. Certo, c’è ancora moltissima strada da fare per il PD Livorno: tanta quanta dovrà farne il nostro Partito a livello nazionale per tornare ad essere percepito come credibile dalla maggioranza dei cittadini».

LA «MERA E PERDENTE ILLUSIONE» «Già, credibilità. Parola chiave che spesso ho visto calpestata in questi anni da atteggiamenti infantili propri di chi vive la politica molto più come lente di ingrandimento dei propri umani limiti che non come ambito di servizio. Limiti che certamente ho avuto anch’io. Che ho però provato fino in fondo a rinunciare all’idea (spero riuscendoci) che il segretario/coordinatore di un Partito debba essere semplicemente colui che fa la sintesi di ciò che pensano i vari capi bastone, ma che bensì debba essere una persona in grado di avere idee proprie, derivanti dall’essere appieno inserito nel mondo reale, quel mondo che da cittadino/sindaco ben conosco, e che per quanto non sia il migliore dei mondi possibili è pur sempre la vera realtà con cui misurarsi. Mentre i capibastone continuano a pensare che fare politica nel 2018, in piena epoca “liquida” – come la definirebbe Bauman – sia sinonimo di gestione e controllo di pacchetti di tessere etero-direzionabili. Mera e perdente illusione».

«POLITICA PER FARE CARRIERA? UN’IDEA CHE MI REPELLE» «Credo di aver rimesso in questi 40 mesi tra riunioni e impegni qualcosa come 200 euro al mese, senza mai intascare un euro di rimborso. Non lo dico certo per vantarmi.  Lo dico perché questa idea figlia di comportamenti oggettivi di chi vive la politica – a destra, sinistra, centro o tra le “stelle” – come strada per fare carriera è un’idea che mi repelle.  Politica per me fa rima con passione. Nonostante gli atteggiamenti eufemisticamente poco edificanti a cui spesso ho dovuto assistere, e che sono propri della politica partitica, rivendico il fatto di non aver mai piegato la testa, di fronte a nessuno, in primis a sedicenti dirigenti incapaci di mettere la parola fine a esperienze ormai tristemente stanche. Chiudo questa esperienza fiero di come l’ho condotta».

IL CERCHIO MAGICO DI COLLE Il post del sindaco-segretario prosegue con una serie di ringraziamenti nell’ambito della quale menziona anche «il “cerchio magico” di Colle (mi viene da ridere) capeggiato da Riccardo Demi e Monica Barsacchi».

«RENZI? RAGIONO CON LA MIA TESTA» «Potrei essere qui – conclude Bacci – a recriminare sulle occasioni perse, ma no, non fa parte di me. Sono un uomo libero: sì, libero. Mi può chiamare anche Renzi – sì avete capito bene – e chiedermi qualsiasi cosa. Io, da sempre, ragiono con la mia testa. Ho iniziato questa avventura perché ho scelto di farlo con la mia testa, e altrettanto oggi sono qui a decidere che – almeno su questo fronte – è giusto dire basta. Mi aspettano ancora grandi emozioni e soddisfazioni: l’unica indennità vera che ho sempre preteso dalla politica e che mi ha consentito di andare avanti in tutti questi difficili anni. In bocca al lupo ai reggenti ai quali stasera la direzione ha dato mandato di guidare il PD livornese fino al prossimo congresso. Questa, come ben si capisce, non è una semplice lettera di “fine mandato”, ha poco di politico e molto di umano e personale: è una testimonianza di un ragazzo/uomo (a 37 anni penso di potermi ancora definire così e forse lo farò a vita) che sorride al domani perché non deve niente a nessuno e, forte della propria libertà, proseguirà questa traversata chiamata vita, dovunque il vento lo porterà!».

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