Stagno L’unione fa la forza“. Fa suo il detto espressione della saggezza popolare la stagnina Carla Cinapri,che a Collenews.it racconta di come lei ed un gruppo di compaesani si siano dati da fare affinché fosse ripristinato presso il Centro Socio Sanitario della frazione l’ambulatorio ginecologico, che dopo una lunga sospensione dell’attività è di nuovo attivo dal mese scorso. 246 le firme degli stagnini per il ripristino del servizio.

«L’ambulatorio – ripercorre con noi la vicenda la Cinapri – è stato chiuso da marzo 2016. Ha riaperto solamente il 1 febbraio 2018. Io sono venuta a conoscenza per caso di questa chiusura. Solitamente facevo il Pap Test sempre a Stagno e invece, a seguito della chiusura appunto, mi reindirizzarono verso Collesalvetti. Al distretto ASL di Collesalvetti chiesi se avessi potuto essere spostata a Stagno, ma mi dissero che quell’ambulatorio era chiuso da 2 anni. Così, in maniera incidentale, scoprii che il servizio non era più attivo. Mi dissero che l’ambulatorio non era più attivo da quando cedette il controsoffitto della galleria del Conad a causa del maltempo (clicca qui per leggere la notizia, N.d.R.)».

«Mi informai e trovai conferma del fatto che avevano chiuso perché pioveva dentro l’ambulatorio e così il personale sanitario si rifiutò giustamente di operare dentro quella struttura. Così, scrissi un post su Facebook, nel quale taggai alcuni rappresentanti istituzionali del Comune, ma rimase senza risposta da parte loro (rispose però una dipendente comunale). La dipendente mi rassicurò sulla data di inizio dei lavori di ripristino, io aspettai il giorno che mi era stato comunicato, ma non accadde niente. Chiesi così al sindaco di attivarsi, mi rispose la presidente del Consiglio Comunale. Le dissi che dall’ASL mi avevano detto che il Comune avrebbe dovuto fare la propria parte. L’iter sembrava infinito. Così attivai una petizione che raccolse 246 firme. Inviai una mail all’ASL con allegate le firme (siamo intorno a fine novembre 2017) chiedendo di ripristinare il tutto e suggerendo anche possibili soluzioni (tipo unire i due ambulatori in uno)».

«Mi fu risposto che comunque sarebbe aperta la Casa della Salute. “A maggio – risposi io – c’è ancora da attendere parecchio tempo”. Dopo varie mail di richiesta spiegazioni l’ASL mi comunicò (come destinatario della mail c’era anche il sindaco) che i lavori erano iniziati a dicembre (guarda caso dopo la mia mail) e che dal 1 febbraio sarebbe ripartito l’ambulatorio ginecologico, che ora è di nuovo attivo». Non ha dubbi la Cinapri sul perché di questo: «se è stato ripristinato è grazie a tutti noi, alla raccolta firme, ai cittadini che si sono mossi. Se nessuno o pochi avessero firmato, non so come sarebbe andata a finire». Un modo per significare che quando la cittadinanza è attiva le si possono ottenere.

Insomma, una vicenda a lieto fine, ma la Cinapri manifesta la sua amarezza per come vanno le cose in questo Paese: «se ho saputo che l’ambulatorio era chiuso, è stato per caso. Il Comune non ha fatto sapere niente». E riguardo alla risposta che le fu data: «non si può rispondere: “è chiuso, ma tanto verrà la Casa della Salute”. Troppi i mesi di attesa! E le donne che sono incinte e non possono muoversi?! Chi è senza macchina?! Gli altri consultori che sono già intasati?!».

L’assessore Donatella Fantozzi

LA POSIZIONE DEL COMUNE Parzialmente diversa la lettura che dell’accaduto dà l’assessore alle politiche socio-sanitarie del Comune di Collesalvetti, Donatella Fantozzi. «Per nostra ferma volontà – così l’assessore – abbiamo sempre difeso la struttura, anche in quei momenti in cui dall’ASL veniva prospettata possibilità di chiusura. La frazione di Stagno è molto ampia, per cui è necessario garantire un certo standard».

La Fantozzi sottolinea le «motivazioni strutturali e non politiche» che portarono alla chiusura dell’ambulatorio. Appunto il cedimento del controsoffitto. «Siamo intervenuti sopperendo anche a spese altrui perché il Comune è proprietario solo in parte. In ogni caso, quando a Stagno l’ambulatorio chiuse, a Collesalvetti fu raddoppiato l’orario». La Fantozzi ci tiene a sottolineare che «il servizio di ginecologia non è mai scomparso dal Comune». «Finirò il mio mandato da assessore fra un anno constatando che abbiamo una visione molto individualista dei problemi. Dal mio punto di vista, i servizi che ci sono, sono tanti per un Comune di 17.000 abitanti, peraltro sparpagliati su di un territorio molto vasto, che ha le entrate tributarie che si possono immaginare».

E alla Cinapri che lamentava che «ci sono donne incinte e non possono muoversi» e che dunque non si poteva chiedere loro di spostarsi da Stagno a Collesalvetti, la Fantozzi risponde: «C’è l’Auser che offre un servizio di trasporto, questo servizio non si è mai interrotto». Divergenze di vedute, fra le due donne, anche sulla motivazione della soluzione del problema. Per la Cinapri se l’ambulatorio è stato riattivato è «merito della petizione dei 246 sottoscrittori», mentre per la Fantozzi «il problema si sarebbe comunque risolto». «Noi non ci siamo “svegliati” con  la petizione. Ci si poteva muovere assieme, ma l’importante è il risultato finale», commenta l’assessore. La donna stagnina lamenta di aver «saputo per caso della chiusura dell’ambulatorio» e l’assessore commenta: «anche noi sapemmo per caso che tolsero il ginecologo». «Probabilmente dall’ASL non hanno pensato a comunicarlo. Non voglio giustificare, ma… fu una leggerezza». La Fantozzi ci tiene a ricordare analoghe battaglie pregresse: «”Feci una guerra” anche per il servizio di Guardia Medica; la volevano togliere e anche in quel caso noi lo sapemmo per caso. Da parte dell’ASL una distrazione importante». Ciò che più preme sottolineare alla Fantozzi è che «dal 5 maggio questo servizio si trasformerà in un vero e proprio consultorio nella Casa della Salute con funzioni base di primo livello, in corsa per il secondo. Noi saremo tutti lì a festeggiare». Infine, quanto all’aspetto comunicativo, alla Cinapri che lamentava le mancate risposte al suo post nel quale aveva taggato rappresentati istituzionali del Comune di Collesalvetti, la Fantozzi sottolinea: «Facebook non è lo strumento adatto, in ogni caso fra me e la signora Cinapri c’è stato uno scambio di mail».

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