Collesalvetti «Una sconfitta evidente, maggiore di qualsiasi previsione negativa». È racchiusa in queste poche, lapidarie, parole la delusione e l’amarezza di Lorenzo Bacci, candidato alla Camera dei Deputati (non eletto, alla fine), nonché sindaco di Collesalvetti e segretario territoriale del Partito Democratico, per la batosta presa dai dem alle elezioni di domenica scorsa. Si dice preoccupato, Bacci, per l’avanzata delle forze anti-sistema ed evoca la necessità di un «profondo e radicale cambiamento di approccio» e della messa in discussione del sistema capitalistico. Il sindaco-segretario ha aperto in anticipo la fase congressuale (l’iter normale prevedeva la sua scadenza a dicembre 2018) e dunque si dimette da segretario territoriale della Federazione del Partito Democratico. E sul fatto che il PD sia stato battuto anche nella sua fedelissima Collesalvetti, lo sguardo di Bacci al fenomeno è oggettivo: «nessun territorio storicamente connotato da una matrice politica può ritenersi oggi immune da scenari di cambiamento». Convinto sostenitore dell’ex Presidente del Consiglio rottamatore, in questa intervista a Collenews.it liquida così l’etichetta: «il renzismo è una categoria giornalistica, esiste solo il PD». Ma su Renzi, a questa testata, ha anche altro da dire.

Bacci, il PD a queste elezioni ha preso una sonora batosta. Se l’aspettava? Se sì, di queste proporzioni?

«Una sconfitta evidente, maggiore di qualsiasi previsione negativa».

Il vostro principale avversario, il Movimento Cinque Stelle, è giunto ad essere il primo partito d’Italia. Frutto del malcontento generalizzato e diffuso al quale il Partito Democratico non ha saputo dare adeguatamente risposte? Come dem fate ammenda, avete qualcosa da rimproverarvi oppure la spiegazione è un’altra?

«Come sta avvenendo in tutto il mondo, forze anti-sistema stanno prendendo il sopravvento cavalcando paure e insicurezze sociali. A Sinistra abbiamo bisogno di un profondo e radicale cambiamento di approccio a partire da temi (il sistema capitalistico in primis) evidentemente insostenibili agli occhi della maggioranza dei cittadini e nei confronti dei quali un approccio teso a gestirne gli effetti non basta più».

Che scenario si prospetta secondo lei per il nostro Paese?

«Il Movimento Cinque Stelle e la coalizione di Destra a trazione leghista devono assumersi l’onere e l’onore di tradurre in proposta di governo la fiducia manifestata dai cittadini».

Lei è segretario territoriale del PD livornese. Ha intenzione di dimettersi? Che mosse intende mettere in atto?

«Il mio mandato da segretario si sarebbe comunque concluso nel 2018, l’anno in corso. Dunque, sulla scia del percorso congressuale avviato a livello nazionale e regionale, altrettanto avverrà per il livello territoriale del partito».

Come sindaco di Collesalvetti, invece, cosa pensa di un territorio storicamente di Sinistra o comunque di Centrosinistra che vede il Movimento Cinque Stelle battere il PD? Di un PD che deve accontentarsi di vincere solo 8 sezioni su 20 al Senato e 6 su 20 alla Camera? Dei Cinque Stelle che conquistano Stagno, Guasticce, parte di Collesalvetti, Castell’Anselmo, Parrana… Dell’avanzata del Centrodestra a trazione leghista, con il partito di Salvini in exploit sul territorio colligiano? Ha da rimproverarsi qualcosa come politico territoriale? Teme una sconfitta del Partito Democratico alle prossime elezioni comunali?

«Nessun territorio storicamente connotato da una matrice politica può ritenersi oggi immune da scenari di cambiamento. Intorno a noi vediamo ad esempio nei comuni delle Colline pisane, la cui tradizione è pressoché identica alla nostra, da Crespina-Lorenzana a Casciana Terme-Lari, nette affermazioni della Destra leghista, così come in comuni livornesi “storicamente” di Sinistra quali Castagneto e Bibbona. A Colle ha prevalso di poco il Movimento Cinque Stelle alla Camera, mentre altrettanto di poco è andato avanti il Centrosinistra al Senato. La componente locale sul risultato in queste elezioni è tuttavia quasi del tutto ininfluente, basti vedere i risultati del resto del territorio livornese: il PD a Collesalvetti ha preso il 28.3%, in linea con le percentuali dei comuni limitrofi e con la media Toscana. Un dato oggettivamente basso ma, ovviamente purtroppo, omogeneo».

Renzi ha deciso di dimettersi. Per lei che è un sostenitore di questo movimento dalla prima ora: è la fine definitiva del renzismo?

«Il renzismo è una categoria giornalistica, esiste solo il PD. Ed io sono tra i fondatori convinti di questo partito. Così come ho sostenuto lealmente la leadership di Matteo Renzi, manifestando sempre il mio punto di vista che, come è evidente dalla mia storia politica, nata assai prima dell’ascesa nazionale di Renzi, ha una propria matrice libera e critica. Ad esempio sono convinto del fatto che se Renzi fosse rimasto quello della prima ora, libero da vecchi schemi di partito e meno disposto per senso di responsabilità a farsi carico di questioni ereditate da decenni di stasi, come nel caso della riforma costituzionale, oggi saremmo qui a parlare di ben altri risultati».

I risultati elettorali delle Politiche 2018 nel Comune di Collesalvetti

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