Stagno Prevenzione cardiovascolare. Di questo si è discusso durante l’incontro organizzato lo scorso mercoledì presso il piccolo teatro San Leonardo del Circolo Acli di Stagno dall’Acli di Livorno in collaborazione con la Farmacia Farneti e Biolabor. All’evento sono intervenuti in qualità di relatori il dott. Carlo Giustarini (specialista in cardiologia) e il dott. Alessandro Latorraca (specialista in reumatologia).

Per l’occasione, sempre presso i locali del circolo Acli, sono state installate diverse postazioni con tecnici e strumenti in grado di fornire nell’immediato delle analisi a chiunque avesse voluto. Vi era infatti anche la possibilità di poter effettuare l’esame dell’eco doppler carotideo. Dopo l’introduzione del dott. Francesco Farneti e della dott.ssa Daniela Costagli (Biolabor), che hanno illustrato ai presenti i servizi delle loro attività e spiegato in qualità di co-organizzatori il senso dell’iniziativa, ha preso la parola il cardiologo Carlo Giustarini.

L’intervento del dottor Giustarini L’analisi del cardiologo ha spiegato quelli che sono i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari con i relativi metodi di prevenzione. Lo specialista ha inoltre fornito dati statistici provenienti da progetti di prevenzione in ambito nazionale e comunitario. «Per parlare di rischio cardiovascolare – così Giustarini – bisogna tenere a mente il danno ed il rischio determinato da situazioni potenzialmente prevedibili. Bisogna individuare quelli che sono i fattori che portano a successive complicazioni. Il fumo di tabacco, ad esempio è uno dei fattori di rischio per eccellenza. La prevenzione – ha poi proseguito il medico – va su vari livelli: esiste una prevenzione primordiale nella quale si inizia a prevenire quando ancora il soggetto non manifesta alcun indice di rischio dal punto di vista cardiovascolare, che poi è quella primaria: qui si va a fare prevenzione su un soggetto potenzialmente a rischio e per ultima quella secondaria dove si va a fare prevenzione su un soggetto che ha già avuto importanti manifestazioni cardiovascolari come un ictus o un infarto».

«La prevenzione – ha continuato il cardiologo – sostanzialmente ha come obiettivo il mutamento degli stili di vita scorretti che ottimizzano i fattori di rischio. Essa punta a ridurre o a limitare il consumo di tabacco o alcool, alla riduzione di abitudini alimentari scorrette indicando quelle che sono le abitudini sane che un soggetto dovrebbe avere come il consumo quotidiano di frutta e verdura ed una attività fisica a cadenza regolare. L’attività fisica è infatti importantissima per evitare, dopo una certa età, di essere in sovrappeso. Quest’ultimo, talvolta determina l’insorgenza di alcune patologie come il diabete. Basta semplicemente essere diabetici per essere classificati come pazienti alto rischio cardiovascolare. Altri fattori di rischio importanti sono lo stress e le alterazioni del ritmo sonno-veglia. Non fare troppo tardi la sera e dormire in orari corretti infatti ci consente di dare un’impostazione più sana alla nostra vita contribuendo a ridurre il rischio cardiovascolare. Un altro fattore di rischio su però ben poco si può fare è la familiarità determinata dal nostro patrimonio genetico. Chi ha in famiglia persone che soffrono di patologie cardiovascolari potrebbe infatti essere è più soggetto. Su quest ultimo punto ben poco si può fare, ma sulle abitudini si può lavorare preventivamente anche con ottimi risultati. La prevenzione infatti è molto efficace. É stato calcolato che grazie ad essa si potrebbero prevenire l’80% delle patologie cardiovascolari ed il 40% dei tumori».

L’intervento del dottor Latorraca In seguito è intervenuto il dott. Alessandro Latorraca, reumatologo, che ha evidenziato ai presenti l’importanza della disamina delle patologie della carotide e dell’aneurisma dell’aorta addominale in ambito preventivo del rischio cardiovascolare. «L’invecchiamento non è un fattore di rischio – così lo specialista – ma una condizione naturale in cui un individuo si ritrova. Molte malattie reumatiche, ci possono far mettere in atto alcune strategie di prevenzione. Fondamentali sono infatti gli accertamenti che si possono fare per le patologie della carotide e per l’aneurisma dell’aorta addominale. L’aneurisma non è altro che una dilatazione di una arteria. In sé per sé non costituisce una patologia, ma diventa rischioso quando si rompe. Solitamente i soggetti maggiormente colpiti sono gli uomini dai 65 anni in su. Le misure preventive devono portare ad allontanare o eliminare l’arterosclerosi che non è altro che una degenerazione di un vaso sanguigno che in alcuni casi porta alla formazione di aneurismi. Essi sono asintomatici e molto spesso vengono diagnosticati solo grazie ad un’ecografia spesso fatta per altri motivi. Gli aneurismi devono quindi essere sempre monitorati anche se piccoli, in modo tale da poterne prevenire la rottura. Altro aspetto in cui la prevenzione primaria è importante e che è sicuramente da tenere sott’occhio è la carotide che è legata alla prevenzione dell’ictus ischemico».

Dopo le relazioni dei due medici, i presenti hanno potuto rivolgere ad essi domande sul tema ed effettuare alcuni esami presso le postazioni allestite presso i locali del Circolo Acli.

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