Parrana San Giusto Un sopralluogo per valutare i danni e pensare a possibili interventi di ripristino. È quanto organizzato nell’ambito di un progetto sull’Acquedotto Leopoldino dell’ingegner Gino Cenci della Soprintendenza Archeologica, delle Belle Arti e  del Paesaggio. Il tutto, con la collaborazione dell’associazione colligiana Salviamo il Salvabile che, su richiesta della stessa Soprintendenza, ha individuato un tratto particolarmente interessante per il sopralluogo con peculiarità architettoniche differenti rispetto alle altre parti dell’Acquedotto.

Oltre ai rappresentanti della soprintendenza di Pisa hanno partecipato al sopralluogo alcuni dipendenti degli uffici tecnici dei Comuni di Livorno e Collesalvetti, la professoressa Gabriella Caroti (docente del dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale dell’Università di Pisa) e l’architetto Paola Talà.

Il sopralluogo è partito dalla frazione di Parrana San Giusto, per la precisione in prossimità della casa che un tempo era dimora del guardiano dell’Acquedotto. Il sopralluogo è poi continuato passando per il ponte della Castellaccia (interamente realizzato in pietra scalpellata) dove gli esperti hanno potuto accertarsi delle condizioni strutturali del ponte stesso e dei tipici “casotti” che si trovano lungo il tragitto per poi terminare il sopralluogo al cosiddetto “doppio ponte” nei pressi di Parrana San Martino, così denominato per via della sua peculiare struttura, composta da due arcate sovrapposte.

In circa due ore e trenta di sopralluogo gli esperti hanno potuto rilevare i danni che nel corso del tempo questa struttura ha subito. I danni maggiori, riscontrabili anche da un occhio meno esperto, sono quelli causati dalla vegetazione (in alcuni tratti gli alberi con le loro radici hanno letteralmente invaso la struttura, in alcuni punti frapponendosi anche alle pietre della struttura) e dall’incuria dell’uomo. Il sopralluogo quindi sarà utile per gli esperti per capire come procedere alla preservazione di un’opera strutturale che, ormai, dopo più di 200 anni, è diventata un monumento rappresentativo un pezzo di storia del nostro territorio.

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