Stagno È stato prorogato il bando comunale per la ristrutturazione e cessione del Macchia Verde, lo storico edificio – da anni “fantasma” – di Stagno. Ne davamo notizia a metà mese su queste pagine. L’idea del Comune è quella di procedere, tramite gara pubblica, ovviamente, ad individuare soggetti in grado di valorizzare la struttura situata in via Marx n°8 a Stagno, con l’obiettivo di riportare alla luce questo storico immobile, salvaguardandone la finalità e la destinazione. Di qui, il bando e poi la proroga al 2 ottobre 2017.

Il candidato gestore che vincerà il bando – se qualcuno lo vincerà – dovrà impegnarsi a dar luogo ad attività sociali, ricreative ed aggregative al servizio della frazione. Fin qui, nulla (o quasi) di strano.

Le perplessità Ciò che crea più di una perplessità è l’importo base dell’asta: 270.000,00 €. Somma, questa, che dovrà essere corrisposta qualora l’affare vada in porto. Già: perché il punto è proprio questo: andrà in porto l’affare?! La cifra, benché rateizzata in 30 rate annuali, è tutt’altro che uno scherzo: in tempi di crisi come questi, è una somma veramente molto consistente. Dato, questo, che si intreccia con altri elementi potenzialmente problematici.

Il primo: la location. Un Comune periferico rispetto al capoluogo di provincia, che pure non se la passa benissimo. Si può anche trovare chi ha queste disponibilità economiche, ma un conto è spendere questi soldi a Viareggio, ben altro conto è investirli a Stagno. Triste quanto vogliamo, ma non è la stessa cosa. Altro aspetto: il vincitore del bando dovrà realizzare nel ristrutturato Macchia Verde attività sociali, ricreative ed aggregative al servizio della frazione. Un intento molto nobile e assolutamente condivisibile, questo, che valorizza quella che più volte è stata, a giusto titolo, considerata la vera forza motrice del territorio: l’aggregazione, la socializzazione, le attività ricreative, appunto. Il punto consiste però nel guardare questo aspetto dal punto di vista dell’imprenditore-investitore. Chi investirebbe quasi un terzo di milione di euro per ristrutturare un immobile al fine di poterci svolgere questo tipo di attività, dal ritorno economico verosimilmente contenuto?!

In conclusione: chi investirà mai una simile somma, a Stagno, intestandosi vincoli giuridici per 30 anni, per realizzare le pur nobilissime attività sociali, ricreative ed aggregative al servizio della frazione?! Una domanda ineludibile.

diego.vanni@collenews.it

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