GRANDE MOVIMENTO A SINISTRA DEL PD. IL “COMITATO PER IL NO AL REFERENDUM” DIVENTA UN SOGGETTO POLITICO

Forti del voto del 4 dicembre scorso, tutti in campo per «contrastare una classe politica affaristica, corrotta, di potere e subalterna ai Comitati d’Affari, alle Banche e alle Multinazionali»

GRANDE MOVIMENTO A SINISTRA DEL PD. IL “COMITATO PER IL NO AL REFERENDUM” DIVENTA UN SOGGETTO POLITICO

Collesalvetti C’è movimento a sinistra del PD. E grandi novità. Sul finire dell’anno scorso la vittoria dei Comitati per il NO, la riforma costituzionale renziana naufragata, varie realtà della società civile, varie sensibilità politiche che si uniscono per dire NO alla riforme. Come sappiamo, tutte queste forze politiche, queste sensibilità civiche, queste persone, hanno vinto. Una vittoria, la loro, “in difesa”, in risposta a quello che consideravano “un attacco” alla Carta fondamentale su cui si regge il nostro ordinamento. Ora, passati dei mesi da quella Caporetto renziana, a sinistra del PD si passa dall’essere “contro” una riforma al presentarsi “per qualcosa”, insomma… una politica in chiave propositiva. «Esiste e resiste un popolo stanco e deluso che se sollecitato su questioni importanti, risponde», ne è certo Luca Chiappe dell’ormai ex Comitato per il NO. Da qui, le basi per costruire un progetto di alternativa politica, a tutti i livelli. Un «concreto progetto politico di Sinistra che parta dai valori e dai contenuti, con pratiche reali di partecipazione e condivisione popolare». L’ormai ex “Comitato per il No” diviene dunque il “Coordinamento Democrazia Costituzionale”. Un progetto «che riapra la partita dei diritti e della dignità delle persone, a partire da: lavoro, ambiente, sociale, sanità, città vivibili, in contrasto ad una classe politica affaristica, corrotta, di potere e subalterna ai Comitati d’Affari, alle Banche e alle Multinazionali».

«Fermare l’attacco alla nostra Costituzione» «Pochi mesi fa, in questo Paese è avvenuto qualcosa di molto profondo. Tanti soggetti politici, associazionistici, costituzionalisti, e cittadini, mettendo da parte interessi particolari o di soggettività politica, partendo dai valori fondamentali che dal dopo guerra ci contraddistinguono, si sono uniti per fermare l’attacco alla nostra Costituzione. Temendo una possibile deriva autoritaria di chi, in modo ostinato, voleva modificare la Costituzione associandola poi ad una legge elettorale che anteponeva la logica della governabilità alla democrazia della rappresentatività, sono nati i Comitati per la difesa della Costituzione».

Il 4 dicembre ed il PD «Questi comitati hanno avuto la capacità di riunire attorno a sé soggetti diversi e questo modo di operare ha comportato nel nostro Paese una inversione di tendenza e, contrariamente a quanto avvenuto sino alle ultime elezioni, il 4 dicembre 2016, gli italiani sono andati in massa a votare per dire NO allo stravolgimento della Costituzione. Un risultato che sinceramente in pochi si aspettavano, tantomeno nel PD che dopo essere stato clamorosamente sconfitto dal referendum si è affrettato a dire, cercando di sminuire: “non esiste un popolo del NO” e ancora, “non esiste nessun progetto politico”».

Avviare un progetto politico di alternativa «Ebbene in parte avevano ragione, il popolo del NO non esisteva e forse non esiste, ma tuttavia esiste e resiste un popolo stanco e deluso che se sollecitato su questioni importanti, come è avvenuto con il referendum costituzionale, ha dimostrato capacità di saper reagire. Da questo punto è possibile ripartire. Se per troppi anni siamo stati costretti a giocare in difesa, oggi esistono le condizioni per avviare un progetto spendibile di alternativa politica in questo Paese».

Ripartire dall’art 3 della Costituzione «Prendendo spunto da quanto avviene a livello nazionale, il nostro Comitato si è trasformato da “Comitato per il No” a “ Coordinamento Democrazia Costituzionale” ed è dal risultato esemplare ottenuto al referendum che vogliamo ripartire, per applicare una delle Costituzioni più belle del mondo e finora disattesa. In particolare vorremmo ripartire, come emerso anche dalla assemblea tenutasi a Roma, dall’articolo 3 della Costituzione che recita: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”».

Un concreto progetto politico di Sinistra «Ecco, questo deve essere il punto di partenza per costruire un concreto progetto politico di Sinistra che parta dai valori e dai contenuti, con pratiche reali di partecipazione e condivisione popolare. Credo che i tempi siano maturi per uscire dalla logica perdente, e spesso eterodeteminata, del cartellone elettorale, dove soggetti minoritari ritrovano l’unità principalmente contro qualcuno, o soltanto a contrasto di qualche regressione sociale e/o di diritti ma, pronti a riaprire lo scontro politico interno appena si riaccendono particolari interessi o attriti tra gruppi dirigenti».

Dalla protesta alla proposta politica «Facendo tesoro degli errori del passato, ritengo che occorra ripensare ad un modo realmente partecipato sulla rappresentanza sociale e che, dalla protesta passi alla proposta politica. Un passaggio probabilmente difficile, ma assolutamente necessario e non rinviabile, come stanno a testimoniare la vivacità delle molte attività locali e liste civiche di Sinistra che si stanno affacciando, con successo, sul protagonismo politico. Sarebbe sbagliato chiedere lo scioglimento delle diverse soggettività politiche, contrariamente dovremo considerare come valori fondanti le diverse storie e i diversi percorsi che oggi vogliono essere tra gli attori principali di un progetto che riapra la partita dei diritti e della dignità delle persone, a partire da: lavoro, ambiente, sociale, sanità, città vivibili, in contrasto ad una classe politica affaristica, corrotta, di potere e subalterna ai Comitati d’Affari, alle Banche e alle Multinazionali».

Un soggetto aggregante per non disperdere il 4 dicembre «Questo Comitato si propone, quindi, come soggetto aggregante per non disperdere e rilanciare il risultato e le aspettative del 4 dicembre, per far sì che la Costituzione venga finalmente applicata. L’invito, mettendosi a disposizione, è quello di un confronto aperto anche sul nostro territorio, che sia capace di dare le gambe all’alternativa di un futuro Governo e non solo del nostro Comune».

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