Collesalvetti Dopo le prese di posizione dei Consigli di Frazione di Vicarello (leggi qui) e delle Colline (leggi qui) in cui entrambe le assemblee, rilevati problemi e immobilità, si chiedevano se avesse ancora senso la loro esistenza, Collenews ha intervistato l’assessore di riferimento, Libera Camici.


Assessore Camici, è crisi in alcuni Consigli di Frazione. Iniziamo da quello di Vicarello. I consiglieri si sono rammaricati del fatto che anche le richieste di semplici di interventi che non prevedono investimenti economici non vengono prese in considerazione dal Comune. E del fatto che le scelte che riguardano il territorio vengono adottate senza un’informazione e un parere, anche se non vincolante, del CDF. Infine, hanno lamentato il fatto che alle domande e alle richieste non viene quasi mai data risposta e quando questo avviene, la risposta è per lo più telegrafica o negativa. Il tutto per poi chiedersi se il CDF di Vicarello debba essere solamente a disposizione per l’utilizzo da parte delle associazioni della loro sede. Una vera e propria crisi esistenziale. Come si è arrivati a questo?

«Parlare di crisi mi sembra eccessivo, siamo consapevoli dei problemi esistenti. Io in prima persona, come altri membri dell’attuale Giunta, abbiamo avuto esperienze di partecipazione nei consigli di Frazione e questi problemi ed interrogativi venivano posti già a quei tempi. Con l’attuale Amministrazione abbiamo provato a fare degli aggiustamenti, sicuramente ahimè insufficienti,  ma con la piena disponibilità e volontà  di porre ulteriori correttivi per cercare di risolvere, almeno in parte, questi problemi.  Per queste ragioni fisseremo a breve una data per confrontarci, come abbiamo fatto sempre, non tirandoci mai indietro dalle nostre responsabilità con il Consiglio di Frazione di Vicarello come abbiamo già fatto con il coniglio di Frazione delle Colline».

Situazione analoga al Consiglio di Frazione delle Colline, appunto. Anche loro si stanno domandando se hanno ancora senso di esistere, visto che le richieste di piccoli interventi di manutenzione non vengono prese in considerazione. Con loro come si è giunti alla crisi?

«Il CDF delle Colline è già stato incontrato da me e l’assessore Menicagli oltre ai tecnici dell’ufficio lavori pubblici con i quali abbiamo fatto un resoconto delle richieste e delle risposte date e gli interventi futuri da mettere in campo».

CDF di Vicarello, Consiglio di Frazione delle Colline che raggruppa tutte le frazioni collinari, più le storiche crisi col CDF di Stagno… Le dimensioni del fenomeno sono significative. Come pensate di porre rimedio a tutto questo?

«I Consigli di Frazione sono organi consultivi, non regolamentati e non previsti per legge; noi abbiamo fatto la scelta di mantenerli, al contrario dei Comuni a noi limitrofi, una scelta che dimostra, nonostante le difficoltà nel poter continuare a garantire loro spazi e risorse, di essere un Comune in contro tendenza e di credere nelle forme di partecipazione. In merito proprio a questo abbiamo partecipato ad un bando della Regione Toscana sulla partecipazione che potrebbe portare novità significative ed importanti anche proprio per i Consigli di Frazione».

L’Amministrazione Comunale crede ancora nel ruolo dei Consigli di Frazione? Pensate di invertire la tendenza d’ora in poi, di attuare un sempre maggiore coinvolgimento di questi organismi di partecipazione e di dar seguito alle richieste che da questi provengono o almeno a quelle che prevedono irrisori impegni di spesa?

«Abbiamo partecipato ad un bando per la partecipazione della regione Toscana,  che è stato vinto, segno che crediamo nell’importanza di queste forme di coinvolgimento della popolazione su temi più vari, il progetto presentato sarà implementato nei prossimi mesi coinvolgendo naturalmente anche i CDF».

Un sondaggio di Collenews dette un esito poco piacevole: il 58,1% di coloro che risposero, disse che i CDF non hanno senso perché alla fine chi decide è il Comune. Questo dato, unito alle basse percentuali di voto per il rinnovo di questi organi, fornisce un quadro in virtù del quale le scelte sembrano due: o si lasciano morire lentamente queste assemblee paesane oppure si investe a gamba tesa per il loro rilancio. Ritiene possibile un investimento corposo, anche (ma non solo) economico, per dar modo a questi organismi di partecipazione di lavorare pienamente legittimati e in maniera pienamente sensata (e cioè utile, che porta risultati concreti)?

«Credo di aver già risposto a questo».

Alcuni CDF hanno lamentato una burocrazia eccessiva. Il Consiglio vicarellese ha richiesto uno snellimento per quanto riguarda l’invio delle richieste e la modulistica relativa ai verbali delle riunioni e un ripensamento del sistema burocratico che sta dietro alla spesa dei fondi dell’organo stesso. Ritiene possibili riforme in questo senso?

«Naturalmente si, siamo aperti a suggerimenti e siamo disponibili a sburocratizzare i vari iter, un modo per snellire potrebbe essere ad esempio utilizzare delle semplici mail per dialogare con l’amministrazione invece di dover compilare le apposite modulistiche che sicuramente appesantiscono il tutto».

diego.vanni@collenews.it

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