referendum-evento-per-il-no-a-stagnoStagno Una conferenza a sostegno del NO al referendum, in viste delle imminenti votazioni per la riforma costituzionale. È quanto ha avuto luogo martedì 19 novembre al Centro Civico di Stagno. L’evento è stato organizzato dagli esponenti locali di Rifondazione Comunista e di Possibile. A moderare il dibattito è stato Alberto Benedetti, segretario di Rifondazione Comunista di Collesalvetti.

 

 «Vogliamo spiegare – ha detto Benedetti in apertura- perché queste forze politiche (Rifondazione Comunista e Possibile) si siano schierate contro il SÍ, creando a Collesalvetti un Comitato a sostegno del NO. Con l’evento di oggi vorremmo anche smontare quelle che sono state le accuse usate nei nostri confronto da parte di chi sostiene il SÍ. Spesso si tende a dividere le due fazioni dicendo che, chi sostiene il SÍ sia molto informato poiché ha letto la riforma e l’ha capita in tutti i suoi aspetti, mentre chi sostiene il NO viene catalogato come una persona che lo sostiene in materia strumentale solo perché è contro l’attuale Governo ed ha la sola ambizione di “mandare a casa” il Presidente del Consiglio. Noi vorremmo dimostrare che non è così esponendo quelle che sono le ragioni che secondo noi dovrebbero indurre i cittadini a votare NO».

 

In seguito ha preso la parola Roberta Fantozzi, esponente di Rifondazione Comunista. «Questa riforma – così la Fantozzi – è dettata dai grandi poteri dell’economia e dalla finanza. A sostegno di questa tesi posso dire che c’è un documento, di una delle principali banche d’affari statunitensi, che occupa un ruolo fondamentale nella finanza speculativa che nel maggio del 2013 ha detto che le costituzioni dei paesi del sud europa sono un problema. Esse secondo loro costituirebbero un problema in quanto nate a seguito della guerra di Liberazione e della Resistenza, in un contesto in cui erano forti i partiti di Sinistra e che hanno costituzionalizzato il diritto del lavoro e il diritto di protestare. Questi elementi sono ovviamente un ostacolo al potere esecutivo che viene anche fortemente limitato dal Parlamento e dagli enti territoriali. Anche JP Morgan ha affermato che in questi Paesi c’è un potere esecutivo debole. Tutto questo quindi è per dire che l’obiettivo di questa riforma è quello di concentrare il potere nelle mani di pochi riuscendo a portare avanti senza l’ “intralcio” della democrazia, le politche di neoliberismo».

 

«Tutto questo – ha continuato la Fantozzi – avviene attuando una serie di meccanismi. Si dice che questa riforma velocizza e semplifica mediante l’eliminazione del Senato, ma in realtà il Governo potrà definire per provvedimenti prioritari un tempo minimo di 5 giorni per la redazione dell’ ordine del giorno e di 70 per approvarli, questo significa che se per assurdo decidessero di sbaraccare il sistema sanitario nazionale potrebbero approvarlo in tempi brevissimi lasciando le persone senza la possibilità di organizzarsi per protestare. C’è inoltre il riaccentramento nelle mani del Governo con una clausola di supremazia statale con la quale lo Stato potrebbe intervenire in materie che non sono di sua competenza per farne prevalere la volontà. In questa centralizzazione c’è l’idea che se si vuol far passare un provvedimento le Regioni non devono intromettersi e questo non fa altro che limitare il potere degli enti territoriali. Noi fondamentalmente riteniamo che tutto questo sia la distruzione della democrazia».

 

In seguito ha preso la parola in qualità di rappresentante di Possibile l’avvocato Eugenio Scandale, che ha spiegato meglio i dettagli tecnici della riforma. «Ogni legge – ha affermato Scandale –  e ogni Governo ha un obiettivo e l‘obiettivo di questa riforma è garantire una maggiore presa di potere da parte del Governo. Questa è una riforma “furba” poiché riesce bene a nascondere quelli che sono realmente i suoi scopi. Basti pensare che questo provvedimento non tocca minimamente il Governo, ma solo gli altri organi rafforzandolo in maniera implicita. È una riforma che secondo me creerà problemi. Il sistema attuale sicuramente ha delle falle, ma potrebbe essere modificato agendo diversamente e non in questa maniera».

 

«L’unico scopo – ha continuato Scandale – è il rafforzamento dell’Esecutivo e l’indebolimento nel legiferare del Parlamento. Il Parlamento con questa riforma viene ridotto ad un parlatoio limitato fortemente nel proprio agire anche con lo scopo di velocizzare il procedimento legislativo e discongiurare il rischio ping pong che, secondo dati statistici, avviene molto poco in sede di approvazione di una legge. Un’ altra questione riguarda l’abbassamento del quorum nel referendum abrogativo, però con un innalzamento alla raccolta di 800.000 firme in tre mesi. Il referendum abrogativo è uno strumento che viene affidato alle minoranze, ma gli unici che potrebbero arrivare alle firme necessarie saranno solo i grandi partiti o le grandi associazioni sindacali che beneficeranno dell’abbassamento del quorum. Si dice inoltre che questa riforma porterà ad un risparmio. La Ragioneria Centrale dello Stato però smentisce questa affermazione. Per risparmiare infatti basterebbe una legge ordinaria per diminuire le indennità parlamentari». 

 

In conclusione il presidente dell’Anpi di Livorno, Gino Niccolai è intervenuto auspicando che dopo il 4 dicembre, a prescindere dal risultato si formi una Sinistra alternativa al PD, che coadiuvi i partiti di Sinistra sostenitori dei comitati del NO.

 

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