Daniele Rossi 2Collesalvetti Dopo la “crisi diplomatica” fra l’Amministrazione Comunale e il Consiglio di Frazione di Stagno per la mancata concordanza della data per la riunione sulla permanenza o meno della Caserma dei Carabinieri nella frazione (leggi qui), il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio Comunale, Daniele Rossi, palesa la posizione sua personale e del suo gruppo sulla vicenda. «Secondo l’Amministrazione questo è il dovere di un buon CDF: portare la “buona novella” narrata dall’Amministrazione nei tempi e nei modi decisi dalla stessa Amministrazione». Per Rossi «ogni volta che partecipiamo a situazioni ove la cittadinanza si organizza da sola, senza la politica, sentiamo di andare verso la direzione dei nostri stessi obiettivi che ci proponiamo come forza politica». Già, la politica. «Mi vergogno delle affermazioni del nostro sindaco – va già duro il pentastellato – . Questi hanno una concezione del Comune e della gestione della cosa pubblica padronale, come se tutto fosse loro dovuto in virtù di non si sa bene quale ascensione divina al momento del voto».
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Rossi, il Consiglio di Frazione di Stagno è di nuovo ai ferri corti con l’Amministrazione Comunale. Oggetto del contendere, stavolta, la decisione del CDF di indire una riunione sulla questione della permanenza della Caserma dei Carabinieri a Stagno. Una riunione non concordata con l’Amministrazione (che di fatto non ha partecipato), che ha suscitato l’ira del sindaco Bacci che ha parlato di «diatribe che con l’interesse generale hanno poco a che spartire e che sembrano invece molto più orientate a creare inutili e falsi allarmismi e a fomentare disagi e scontento per obiettivi maldestri di destabilizzazione». Vede anche lei un disegno politico in questa vicenda?
«Mi scusi direttore, ma la cosa mi fa sorridere. Attualmente, 3 forze sono rappresentate in Consiglio Ccomunale. Un singolo consigliere di Forza Italia, noi 3 del Movimento Cinque Stelle che ci barcameniamo tra le innumerevoli storture che scopriamo ogni giorno riguardo il nostro Comune ed una maggioranza bulgara di 12 elementi che appoggia il renzismo più sfrenato, o almeno così appare dalle posizioni assunte col voto. Coi distinguo a voce poi, si smarcano tutti, ma in Aula votano sempre si a quel che dice Bacci, arrivando spesso a concordare interventi o quant’altro. Questo è lo spaccato reale del Comune di Collesalvetti. Una giunta che fa cose, spesso lasciando ignari i suoi stessi consiglieri, ho fior fiore d’esempi di queste casistiche, che però non si lamentano e votan si. Sempre».
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Sempre?
«Ricordo un raro caso (abolizione dell’articolo 18) in cui un consigliere di maggioranza, operaio, non se la è sentita di votare a favore dell’abolizione di qualcosa che a lui stesso garantiva il posto di lavoro e si è astenuto. Unica prova indiziaria della presenza di spina dorsale nel Consiglio Comunale di Collesalvetti, che ha approvato un regolamento per i Consigli di Frazione che riduce al minimo la rappresentatività perfino nei centri più grossi, dove potremmo ambire ad una partecipazione maggiore. Ma all’epoca ci venne spiegato dalla maggioranza che “tanto dei CDF non interessa a nessuno”, quindi meno membri ci avrebbero partecipato, meglio sarebbe stato. A riprova di questo, ci venivano mossi esempi di Consigli in cui esponenti erano entrati con un voto, il proprio, o persone che avevano svolto il mandato per alcuni mesi e poi erano sparite».
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In effetti alcune persone entrarono in Consiglio con un solo voto.
«Adesso capiamo il perché della bassa rappresentatività. In un consesso di sette, con l’attuale regolamento che di fatto da potere soltanto al presidente del Consiglio di Frazione… Che potere, poi. Il potere di poter far domande all’Amministrazione, che entro un mese deve rispondere, il famoso question time. Il CDF è uno strumento facile da controllare. Basta che chi governa il paese metta 3 o 4 membri su sette, e fino a prima dell’avvento di Renzi il PD non aveva difficoltà, e di fatto controlla il l’organo tramite il presidente. Non a caso, i presidenti bravi, che sanno fare il loro lavoro nei Consigli di Frazione secondo l’Amministrazione, sono i tesserati PD. Me ne viene in mente uno, bravo da morire secondo il nostro sindaco, che corre come un pompiere a spegnere gli incendi che periodicamente si accendono nel suo paese per conto del Bacci, con sprezzo del pericolo e dell’opinione che i propri concittadini si formano di lui. Ricordo di aver letto che ai cittadini che protestavano per una questione ambientale pertinente, dava appellativi tipo “terroristi”. Chi si lamenta è un terrorista. Almeno Renzi si limita a chiamarli gufi».
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Nella sua visione delle cose, quale dovrebbe essere il ruolo di un CDF?
«Secondo l’Amministrazione questo è il dovere di un buon CDF: portare la “buona novella” narrata dall’Amministrazione nei tempi e nei modi decisi dalla stessa Amministrazione. Punto. Ogni devianza da questo è da considerarsi “ostile”. Beh: secondo noi, almeno a leggere il regolamento per cui i CDF vengono creati, no. Da quel che vedo, anche i rappresentanti eletti nel centro di Stagno la pensano a riguardo in modo simile al nostro. Invito chi legge ad andarsi a rileggere il regolamento stesso. Noi, come da accordi al tempo del voto, chiederemo al PD di rimettere mano al regolamento per far sì che situazioni come quella di Stagno diventino la prassi, e non l’eccezione, perché ogni volta che partecipiamo a situazioni ove la cittadinanza si organizza da sola, senza la politica, sentiamo di andare verso la direzione dei nostri stessi obiettivi che ci proponiamo come forza politica».
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 E quando la cittadinanza si organizza autonomamente, senza la politica, siamo o no, paradossalmente, di fronte ad un disegno politico?
«Riguardo al disegno politico, se prima sorridevo, adesso rido. Un unico consigliere era presente alla riunione incriminata, ed era del PD. Mi vergogno delle affermazioni del nostro sindaco. Davvero. Questi hanno una concezione del Comune e della gestione della cosa pubblica padronale, come se tutto fosse loro dovuto in virtù di non si sa bene quale ascensione divina al momento del voto».
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Nel merito del caso del CDF stagnino?
«Come da prassi, tanti giorni prima, più di una settimana, ogni consigliere ed assessore, quindi Menicagli compreso, viene avvertito via mail dal solerte lavoro degli impiegati comunali sia della riunione, sia dei temi da essa trattati. Verso Menicagli, poi, a quanto mi risulta, sono stati spesi anche tentativi di contatto nei giorni precedenti nella veste di chiamate personali al telefono da parte di membri del CDF di Stagno, per garantirne la presenza. Non un messaggino il giorno prima, come chiosa (mentendo sapendo di mentire) Bacci. Noi del Cinque Stelle sicuramente non abbiamo un disegno politico dietro a questa faccenda, purtroppo non siamo riusciti per pregressi impegni neppure a garantire la presenza, e non credo sia colpa neppure di Forza Italia. Al che mi chiedo a chi facesse riferimento Bacci, col disegno politico, forse ad una fronda interna del suo stesso partito, vista la presenza di Lupi? Lo stesso Lorenzo, poi tuona e maledice il coinvolgimento della stampa… che però non era stata invitata dal Consiglio di Frazione alla riunione incriminata, e che invece lo stesso Lorenzo usa come mezzo per ribadire le proprie posizioni. Un’ipocrisia ed un esercizio grossolano del ruolo di rappresentante dei cittadini, che tramite il giornale amico schiaccia il presidente del Consiglio di Frazione, reo di aver fatto domande scomode all’Amministrazione. Avendo parlato con alcuni membri del CDF e dell’Amministrazione, trovo irreale l’intera presa di posizione del sindaco che a quanto mi risulta non è neppure in linea con molti iscritti PD. In un momento poi nel quale occorrerebbe unità e collaborazione tra politica e cittadinanza, vista la situazione critica in cui versano le casse del nostro Comune, causa l’allegra gestione dell’affaire Cittadella dello Sport e la recente e relativa sentenza che ci rende esposti verso le banche».

 

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