Pietro Mascagni, vita e opere di un genio livorneseCollesalvetti La vita di Mascagni raccontata ai colligiani in forma teatrale. In tanti, molto probabilmente, non si sarebbero presi la briga di cercare, comprare e poi leggere la biografia di un compositore. Ma alla Sala Spettacolo di Collesalvetti hanno bypassato l’ostacolo. “Mascagni – Vita e opere di un genio livornese”; questo il titolo dello spettacolo che è andato in scena ieri. Scritto da Federico Lodovichi per la regia di Simone Fulciniti, uno spettacolo il cui testo prende per mano lo spettatore e lo conduce attraverso i vari episodi, più o meno conosciuti, della vita del grande maestro livornese.

 

In apertura, la proiezione di foto d’epoca di Livorno su sottofondo pianistico. Poi le due voci narranti hanno iniziato a raccontare la vita di Mascagni; dalla nascita in Piazza Cavallotti al rapporto col padre panettiere che sognava un altro futuro per il proprio figlio, non concependo lui la musica come una professione. Dall’altro lato del palco scenico, rispetto a quello delle voci narranti, una scrivania dalla quale sporgevano spartiti, libri e altro ancora. La scrivania di Pietro Mascagni, interpretato da un magistrale Sandro Andreini. Dalla terza persona della narrazione delle due voci a Andreini che, interpretando l’operista livornese, parlava in prima persona, l’excursus di tutti i principali fatti della vita mascagnana.

 

Sandro Andreini nei panni di Pietro Mascagni

Il periodo milanese, l’esperienza del conservatorio, il rapporto con la sua Livorno, l’amicizia col collega Puccini, l’attività di contrabbassista, l’esperienza dell’amore e quella dell’insegnamento in una scuola di musica comunale (che dette al compositore una stabilità economica dopo tanti stenti). E ancora la nascita e la morte prematura del figlio, gli attacchi della stampa avversa al sindaco del Comune in cui insegnava (che finirono per travolgere anche lui). E le Opere, ovviamente. “Cavalleria Rusticana”, “L’Amico Fritz”, “Guglielmo Ratcliff”, “Iris”, “Le maschere” e gli altri titoli. L’entusiasmo per la prima di Cavalleria nel racconto epistolare al padre, ma anche la polemica per la mancata autorizzazione da parte di Giovanni Verga, la cui omonima opera funse da fonte letteraria per il melodramma mascagnano. Un fatto che all’operista livornese costò un contenzioso economico. E poi, l’incarico al liceo musicale di Pesaro, la città del suo grande collega Gioacchino Rossini, i dissapori con quell’Amministrazione Comunale e la rimozione dall’incarico. E ancora i rapporti col regime fascista; la tristezza per la morte dell’amico-collega Puccini e la parabola discendente fino alla morte.

 

Insomma, uno spettacolo a tutto tondo che ha fatto entrare a pieno lo spettatore nella vita di Mascagni in maniera assolutamente piacevole e non pesante. Il tutto, non mancando di far ascoltare alcuni brani delle sue Opere. A cantare sul palco, accompagnati al piano da Stefano Teani, il tenore Alessandro Poletti, il soprano Nicoletta Celati e il mezzosoprano Patrizia Amoretti.  Nicoletta Celati si è cimentata nell’aria “Se per voi piccina io fossi” dal “Le Villi” di Puccini; un omaggio alla fraterna amicizia tra i due grandi compositori toscani. Mentre per Alessandro Poletti, la superba e difficilissima sortita di Turiddu. E ancora “Flamme perdonami”, la struggente aria dalla Lodoletta cantata da Patrizia Amoretti. Tutta la scena di cavalleria dall’uscita di Lola, passando per il duetto tra Turiddu e Santuzza e finendo con il tragico epilogo con l’urlo drammatico di Santuzza è stata la parte musicalmente più coinvolgente dello spettacolo. Ma anche Il sogno di Ratcliff, eseguito al piano da Stefano Teani e altri momenti musicali e di canto, al servizio della descrizione della personalità mascagnana e della narrazione della sua “melodrammatica” vita. I due narratori erano Roberta Stagno e Simone Fulciniti. Organizzazione: Ad Libitum Ensemble e Area 51 Company

 

Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui

Seguici su Twitter, clicca qui