Raffineria EniStagno “I sopralluoghi effettuati nel 2015 confermano che le sorgenti causa di alcuni episodi segnalati possono essere identificate all’interno di alcune attività industriali dell’area nord tra cui la raffineria ENI”. È quanto si legge nel bollettino Arpat del 18 marzo scorso.

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Da Stagno infatti, già da molti anni, pervengono ad Arpat numerose segnalazioni di maleodoranze da parte dei cittadini residenti. Il dipartimento di Livorno, a partire dal 2014, ha dunque intensificato le attività di controllo su questo specifico tema anche per i numerosi esposti dei cittadini.

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“L’area a nord della città di Livorno – si legge ancora nel bollettino – si conferma quale zona critica per il problema delle maleodoranze. In quest’area sono presenti numerose attività industriali-artigianali ed impianti di trattamento, stoccaggio e smaltimento rifiuti ed attività portuali con movimentazioni di merci in modo particolare del settore petrolchimico. Le segnalazioni per emissioni da attività produttive, maleodoranze e polveri pervenute nel triennio 2013-2015 da cittadini residenti nella Circoscrizione 1 del Comune di Livorno e nell’abitato di Stagno (Comune di Collesalvetti), sono state pressoché costanti nel biennio 2013-2014 mentre nell’ultimo anno si è registrato un significativo incremento di quelle provenienti dall’abitato di Stagno, concentrate in particolare nel mese di dicembre 2014 e gennaio 2015, ma anche nell’estate 2015″.

 

Zona di provenienza esposti per maleodoranze 2013 2014 2015
Circoscrizione 1 – Comune di Livorno 36 37 34
Stagno – Comune di Collesalvetti 6 7 23
totale 42 44 57

 

“I sopralluoghi effettuati nel 2015 a seguito delle segnalazioni per maleodoranze confermano che le sorgenti causa di alcuni episodi segnalati possono essere identificate all’interno di alcune attività industriali dell’area nord tra cui la raffineria ENI. In particolare attraverso il metodo adottato dal dipartimento di Livorno per l’individuazione delle sorgenti o delle aree con alta probabilità emissiva di composti odorigeni si è potuto determinare la causa delle lamentele segnalate tra la fine di dicembre 2014 ed i primi giorni di gennaio del 2015, attribuibile ad alcune sorgenti a quota bassa che emettono composti maleodoranti, tra cui il depuratore delle acque reflue TAE dello stabilimento ENI gestito dalla società”.

 

“Il modello di calcolo vettoriale adottato fornisce risultati tanto più attendibili quanto più i cittadini sono precisi nella segnalazione ad ARPAT dell’ora dell’evento, della propria posizione e dell’ora in cui ha avuto inizio la percezione della maleodoranza. Altre attività di approfondimento sono state inserite, nella programmazione dell’attività 2016 del dipartimento, in uno specifico piano mirato per la prevenzione delle maleodoranze che interesserà un campione di aziende costituito da attività con Autorizzazione Integrata Ambientale, Autorizzazione Unica Ambientale nonché settoriale ed altre individuate puntualmente sulla base degli esposti”.

 

Il punto sulle attività inerenti la Raffineria ENI di Livorno Il Ministero dell’Ambiente nel marzo del 2015 ha prescritto alla raffineria ENI di realizzare misure complementari di contenimento degli odori, fornendo anche il relativo cronoprogramma. La società ENI ha illustrato le attività di adeguamento previste in un confronto tecnico con ISPRA e ARPAT, avvenuto nella giornata del 12 gennaio 2016, presso gli uffici della Raffineria. Lo stato di avanzamento delle modifiche impiantistiche e delle azioni prescritte sarà verificato periodicamente da ARPAT ed ISPRA per conto del Ministero dell’Ambiente.