concerto di Natale a VicarelloVicarello Un concerto di Natale un po’ dopo Natale (il 10 gennaio scorso) e… con lo sguardo rivolto verso il mondo. L’evento, organizzato dal Consiglio di Frazione, ha voluto mandare un messaggio di pace in ricordo dei bambini scomparsi nel Mar Mediterraneo. Le musiche e le voci erano a cura di Enrico Massei, Roberta Puccini e Matteo Sgherri, che il CDF ringrazia assieme alla Parrocchia e a Giovanni Bracaloni che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione. L’evento, ampiamente partecipato, non è stato appunto un mero concerto, ma anche l’occasione per una sensibilizzazione sociale.

 

 

Il messaggio Questo il messaggio letto per l’occasione dal Consiglio di Frazione di Vicarello: “Quasi mille bambini sono morti in mare nel corso dell’anno appena trascorso; molti di più delle vittime degli attentati di Parigi e molti di più di quelli che frequentano una grande scuola elementare. Poco se ne è parlato e viene da pensare che forse guardati uno ad uno, se potessimo guardarli, se qualcuno ci restituisse le foto del tempo in cui avevano sorriso alle loro madri e ai loro padri, ci darebbero un bel po’ di fastidio anche se faremmo fatica comunque a sentirli come nostri. Vengono da un altro mondo quei bambini, ci stringeremmo nelle spalle con un brivido di raccapriccio, ma continueremmo a non fare nulla compiacendoci con noi stessi e fra noi della nostra capacità di commuoverci per loro, ma senza piangerli convenientemente e senza neppure porci il problema di fare qualcosa per evitare che nei prossimi giorni e mesi, con l’inverno che rende tutto più pericoloso, il numero dei piccoli aumenti”.

a
concerto di Vicarello“Mille o più di mille. Alla fine il numero conta qualcosa quando si tratta di bambini? La diplomazia è all’opera e all’opera ci sono anche le bombe più o meno intelligenti, all’opera ci sono i trafficanti. Dobbiamo continuare ad essere indifferenti? Quello di cui dovremmo renderci conto in una fase in cui il mondo sembra percorso da una spirale di violenza è il modo in cui la distruttività si nutre soprattutto di paura e cresce nelle situazioni in cui si diventa indifferenti nella capacità di ignorare l’enorme carico di difficoltà e di sofferenza che continuano a stiparsi nei barconi che affrontano il mare aperto per sfuggire alla guerra e alla morte”.

 

“Abituati come siamo a pensarci come esseri civili e democratici, quello che non riusciamo a vedere è il modo in cui le radici dell’odio, anche di chi ci attacca, sono il frutto naturale ed inevitabile del nostro modo di non vedere la gravità di quello che sta accadendo nei paesi di cui abbiamo sfruttato e continuiamo a sfruttare senza scrupoli le ricchezze. I più deboli e fra questi i bambini sono le vittime di tutto questo. In questo periodo di Natale, tutto luci e regali, credo sia doveroso pensare a chi non ha né luci né regali, ma trascorre le ore di Natale insieme alla paura e al disprezzo di chi si sente superiore, di chi pur professandosi credente nel messaggio di Cristo che tutto abbraccia, chiude le porte e il cuore al Cristo stesso e di chi laico o non credente professa ideali di uguaglianza e di libertà, ma rinnega gli stessi ideali voltando la faccia a chi chiede di mettere in pratica tali principi”.

 

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