Maurizio Scatena 2Vicarello «Se a Livorno anziché il sindaco Nogarin ci fosse stato il sindaco Ruggeri sviluppo e ripresa economica sarebbero stati più veloci e avremmo avuto risposte più importanti e concrete». Così Maurizio Scatena, consigliere comunale del PD a Collesalvetti che, pur rilevando come la grande crisi economica stia attanagliando tutto il Paese (e specificatamente anche l’area colligiana), sottolinea la disponibilità di aree per investimenti all’interno dell’Interporto. E guarda con favore (ma anche prudenza) alla costituzione della STC allo scopo di creare un “front office” integrato per la gestione ottimale di tutte le proposte insediative che potranno essere presentate nell’ambito dell’Accordo di Programma. L’intervista:

 

Scatena, sul finire dello scorso mese in Consiglio Comunale avete iniziato a discutere del DUP. Un dato interessante riportato in quel documento riguarda la rilevazione, del Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere, relativamente al periodo 2006-2010. Chi era povero nel 2006 si è impoverito ancora di più in 4 anni, mentre chi aveva un reddito dignitoso lo ha sostanzialmente consolidato, migliorandolo addirittura, seppur non di molto. E chi era ricco ha migliorato la propria situazione, arricchendosi ancora. Cosa è possibile fare localmente per far riprendere l’economia?

«La crisi dal 2008 è stata molto forte. Chi ha un lavoro a tempo indeterminato in aziende importanti o nel pubblico impiego ha mantenuto una buona capacità di reddito. Ma c’è stata anche una grande crisi del sistema industriale livornese, soprattutto nella componentistica auto; si sono persi centinaia e centinaia di posti di lavoro. C’è poi tutto un mondo, che magari appare meno, quello delle piccole imprese, delle partite iva, che pure è andato parecchio in crisi; sono crollati i consumi. Dati di grandi preoccupazione».

 

Fermo restando che le grandi soluzioni, quelle sistemiche, si trovano a livello nazionale, a livello locale è possibile fare qualcosa?

«Quello che stanno facendo le amministrazioni locali, in particolar modo quelle del PD, mi sembra buono. Penso all’Accordo di Programma, l’individuazione di risorse, l’accordo con Regione e Governo… sono cose importanti che nel medio termine possono contribuire a dare una risposta efficace sul piano occupazionale. Detto questo, è chiaro che gli investimenti avvengono se c’è un clima di fiducia complessivo».

 

Che non c’è.

«Che un po’ manca, ma si spera che… I dati nazionali ultimi registrano una controtendenza che può portare qualcosa di positivo. C’è il contesto internazionale, la crisi del mondo asiatico… È chiaro che noi ne risentiamo. Ma i dati sulla portualità sono in controtendenza positiva, certo… da qui a vedere un riscontro effettivo sull’occupazione dovrà passare un po’ di tempo».

 

Ma specificatamente sul territorio colligiano è possibile far qualcosa per rilanciare economia e commercio?

«Abbiamo iniziato il percorso per il nuovo Piano Strutturale; la disponibilità di aree per investimenti c’è, dentro l’Interporto soprattutto. Su questo il Comune ha fatto il possibile; bisogna vedere ora che risultati arriveranno. Sicuramente il 2016 da questo punto di vista sarà un anno importante; nei prossimi mesi vedremo se questa azione di concerto fra enti locali, Regione e Governo porterà risultati. Certamente noi scontiamo un rapporto molto difficile con Livorno: prima era il Comune guida per lo sviluppo di tutta l’area, oggi con le posizioni del sindaco Nogarin tutto diventa più complicato. Tutto ciò che viene proposto dal Governo viene contestato e ostacolato. Se a Livorno anziché il sindaco Nogarin ci fosse stato il sindaco Ruggeri, sviluppo e ripresa economica sarebbero stati più veloci e avremmo avuto risposte più importanti e concrete».

 

Il mese scorso, la firma del protocollo d’intesa fra Comune, Interporto e Confindustria per la costituzione della STC allo scopo di creare un “front office” integrato per la gestione ottimale di tutte le proposte insediative che potranno essere presentate nell’ambito dell’Accordo di Programma. Che risultati si aspetta da questa nuova realtà?

«Auspico risultati positivi, ovviamente. Nel momento in cui si va a fare concertazione, a mettere insieme Confindustria, associazioni di categoria ed enti locali, sicuramente si fa un passo in avanti. Anche il sindacato bisogna che ritorni a svolgere un ruolo efficace. Abbiamo passato mesi, anzi anni, in cui la concertazione è stata un po’ denigrata, ma i momenti più importanti nel nostro territorio li abbiamo avuti quando c’è stata concertazione vera fra le varie realtà: enti locali, mondo del lavoro… È ancora questa la strada da intraprendere. C’è certamente un problema di visibilità politica, che riguarda come dicevo prima il comune di Livorno, ma se vogliamo fare l’interesse dei nostri cittadini dobbiamo superare tutto questo e lavorare in maniera sinergica. L’STC va in questa direzione. Spero che già durante quest’anno vedremo risultati positivi, ma dovremo monitorare la concretezza di tutto questo».

 

Quale futuro immagina per l’Interporto?

«Ormai non c’è più da immaginare niente; i dati ci dicono che l’Interporto sarà non tanto come concepito negli anni ’70 (cosa che io non ho mai condiviso) quanto un’area retroportuale a servizio della logistica e dell’industria legata alla logistica stessa. Con lo scavalco della ferrovia diventa più efficace portare i treni dentro l’Interporto e i collegamenti alla FI-PI-LI… Gran parte delle aree, poi, sono anche state urbanizzate. Vedremo se ci saranno domande di insediamento nei prossimi mesi».

 

Lei era molto legato a Benedetto Mondini, che fu appunto assessore alle attività produttive e allo sviluppo economico del Comune di Collesalvetti. Cosa dovrebbe aver lasciato, a suo giudizio, il suo modo di fare politica? In cosa dovrebbero prenderlo come punto di riferimento gli attuali amministratori?

«Benedetto è stato per me un maestro, fin da bambino; sono cresciuto in casa sua, mi ha accompagnato anche nelle mie vicende politiche. È stata una persona che vedeva sempre gli aspetti positivi e mai quelli negativi; ha sempre cercato di superare i contrasti. Quando è stato vicepresidente di SPIL, prima di fare l’assessore, ha svolto un ruolo importante. Penso alla concretizzazione degli investimenti sull’area ex CMF ed altri investimenti che ci sono stati sul nostro territorio. Certo… era un’altra epoca, non c’è dubbio. Quando ho fatto il vicesindaco dal ’95 al 2004 ricordo che le risorse erano molte di più, il contesto economico e sociale era molto più positivo. E anche dopo la fine della CMF si è cercato di dare risposte creando ancora più occupazione. Sul piano strettamente politico, poi, figure come lui hanno rappresentato la storia del mondo cattolico democratico a Collesalvetti. Figure che a me mancano in modo particolare; spesso mi sento molto più solo nella mia attività politica per quel poco che mi rimane da fare, essendo un semplice consigliere comunale. Cerco di dare il mio contributo comunque, anche a livello valoriale, per la formazione dei giovani che fanno parte del gruppo consiliare».

 

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