Galluzzi e Bernardini Collecoop

Da sinistra: Galluzzi e Bernardini, presidente e vicepresidente di Collecoop

Collesalvetti «Collecoop nasce il 20 luglio del 2006 come cooperativa di tipo B per dare opportunità di lavoro a soggetti svantaggiati del territorio, che difficilmente troverebbero un impiego lavorativo». Sta essenzialmente in queste parole del presidente della cooperativa, Galluzzi, la risposta di Collecoop all’ex renziano Andrea Auteri (uscito polemicamente e clamorosamente dal Partito Democratico). Auteri ha polemizzato essenzialmente col sindaco Lorenzo Bacci, ma in maniera indiretta anche con Collecoop. I cui rapporti col Comune di Collesalvetti Auteri intende approfondire e per questo ha fatto richiesta di accesso agli atti.

 

Peraltro, anche su questo c’è stata polemica col Comune per il ritardo nella consegna dei documenti, per il quale Auteri ha fatto intervenire il difensore civico e che Bacci ha giustificato parlando di «richiesta generica e mal formulata» e sostenendo di non aver «mai affidato “lavori” a Collecoop» (leggi qui).

 

Polemiche, queste, dalle quali Collecoop si sarebbe tenuta volentieri alla larga, se non fosse che il livello della discussione pubblica su questo si è talmente amplificato da rendere necessario – così ritengono i suoi vertici – un intervento pubblico per far sapere alla gente qual’è la posizione di Collecoop su questa questione. «Sono già diversi mesi – così il vicepresidente, Franco Bernardini – che stiamo assistendo alla polemica Auteri-Bacci, che chiama in causa anche la nostra cooperativa. Abbiamo sempre evitato, finora, di intervenire perché ci sentiamo sulle spalle la responsabilità delle 65 famiglie che contano su questo stipendio, ma a tutto c’è un limite. Stiamo subendo dei significativi danni di immagine. Non possiamo più tacere, anche sollecitati dai soci della cooperativa, che ci chiedono di replicare».

 

Logo CollecoopNel merito della questione, così replicano il presidente Galluzzi e il suo vice Bernardini. «Gli affidamenti diretti di cui siamo oggetto sono disciplinati dalla legge 381 del 1991. Noi possiamo essere destinatari di affidamenti diretti fin sotto la soglia di 208.000 euro a servizio». E proprio sul termine “servizio” contrapposto a quello di “lavoro” si era registrata una querelle fra Bacci e Auteri. Il secondo aveva fatto richiesta d’accesso agli atti per i “lavori” affidati dal Comune di Collesalvetti a Collecoop, mentre il primo gli aveva replicato che non erano stati affidati a Collecoop dei “lavori”, bensì dei “servizi” (leggi qui). Affidamenti, quale che sia il nome dell’oggetto della cosa, che avvengono sulla base di una convenzione che Collecoop ha col Comune di Collesalvetti, «a fronte dell’inserimento di soggetti svantaggiati», ci tiene a precisare Bernardini. Peraltro, Collecoop ha convenzioni anche con altri enti pubblici. “Gli enti pubblici, compresi quelli economici, e le società di capitali a partecipazione pubblica, anche in deroga alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione, possono stipulare convenzioni con le cooperative”, recita l’articolo n° 5 della legge 381 del 1991.

 

Dai vertici di Collecoop ci tengono poi a precisare che gli affidamenti di servizi da parte del Comune di Collesalvetti alla loro cooperativa rappresentano solamente il 14% del fatturato. «Di 65 lavoratori, 30 sono residenti nel Comune di Collesalvetti e sono quasi tutti full time e a tempo indeterminato. Di questi 30, 11 gli svantaggiati. E fra i restanti 19, gente che ha perso il lavoro a 50 anni», sottolinea Bernardini. Insomma, ad Auteri che aveva sospettato «favoritismi a danno di altre cooperative» i vertici di Collecoop difendono così la loro cooperativa, parlando di una realtà sana e che dà lavoro a tanta gente, fra cui parecchi svantaggiati che difficilmente avrebbero un’altra opportunità d’impiego.

 

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