ragazziCollesalvetti Pochi giorni fa, le svastiche e le scritte razziste sui muri di Collesalvetti. Oggi pomeriggio, le scuse e la solidarietà del Consiglio Comunale colligiano. Il Comune era però intervenuto sin da subito, sia dando mandato alla Polizia Municipale di sporgere denuncia per le ingiurie scritte sui muri di Via Palestro e al parco di Via del Volontariato, sia con una forte reazione politica da parte del sindaco Lorenzo Bacci, che aveva pubblicamente detto, rivolgendosi direttamente agli autori del gesto: «siete mezzi uomini, non conoscete la storia» (leggi qui). Oggi, un ulteriore passo in avanti con l’invito a presenziare in Aula per i richiedenti asilo oggetto di quelle vergognose scritte.

 

 

Irene Visone

Irene Visone, presidente del Consiglio Comunale

Le scuse della Visone a nome dell’Aula «Qui con noi ci sono i ragazzi ospiti della nostra comunità – ha esordito la presidente del Consiglio Comunale, Irene Visone – Noi li abbiamo invitati proprio a seguito degli eventi che sono accaduti giovedì scorso. Io personalmente e a nome di tutto il Consiglio Comunale volevo chiedere loro scusa per il gesto che è stato fatto. Certamente un gesto che non merita commento. Un gesto meschino. Le persone che hanno fatto questo credo non si possano nemmeno chiamare persone. Sono ignoranti nel senso proprio del termine: gente che non conosce i fatti, i diritti civili e dell’accoglienza. All’inizio, l’integrazione è difficile per tutti, soprattutto per voi che non conoscete la nostra lingua, ma noi ci crediamo; vogliamo arrivare all’obiettivo che ci siamo prefissati: che vi sentiate parte integrante della nostra Collesalvetti».

 

Dopo la Visone, è intervenuto Enrico Pellegrini, referente per la cooperativa Gioco Città, della struttura di Collesalvetti che ospita i ragazzi. Pellegrini ha ringraziato il Comune e la comunità tutta per l’accoglienza per ciò che fanno per questi ragazzi. Ragazzi che l’uomo ha presentato uno per uno per nome e nazionalità, in maggioranza nigeriana, ma anche del Senegal e della Costa D’Avorio.

 

La parola ai ragazzi Poi, è stata la volta dei ragazzi (che hanno parlato in inglese): «Abbiamo visto – così uno di loro – le scritte sui muri; non ci immaginiamo chi possa essere stato a fare questo atto, però vorremmo saperne la ragione perché quando abbiamo visto queste scritte sui muri abbiamo avuto un po’ di paura». «Le scritte – così un altro dei ragazzi – testimoniano il fatto che Collesalvetti non vuole una comunità nera nel paese, ma ci sono anche altre persone di colore, che hanno paura e non si sentono integrate. Non sapremo ancora quanto staremo qua e se saremo accettati un domani. Questa situazione di incertezza è generata da questa paura».

 

Lorenzo Bacci

Il sindaco Lorenzo Bacci

Le parole del sindaco A cercare di rassicurarli e placare le loro paure, il sindaco Bacci che ha parlato lentamente per dar modo a Michelangelo Agosta, rappresentante del Consiglio di Frazione di Collesalvetti, di tradurre le sue parole per i ragazzi. «Con quel simbolo si è manifestata una mente deviata – ha esordito il sindaco – Un bischero. Ma pensare di derubricare questo gesto come l’azione di una persona matta, priva di cognizione, di ragione, sarebbe troppo semplice. Chi ha evocato un regime che associava ai volti di persone diverse, per colore della pelle, per religione o per orientamenti sessuali, non un nome ma un numero, ha fatto sì che queste fossero cifre su bollettini. Per questo ringrazio Enrico per aver ricordato che sono persone, con nomi, cognomi e vite; persone uguali a noi, semplicemente nate in un contesto diverso».

 

«Facciamo parte tutti di un’unica grande comunità mondiale – ha proseguito Bacci – la nostra unica patria è il mondo intero; esistono confini, che però non sono muri e recinti invalicabili. Passo dopo passo sta prendendo corpo la volontà dell’integrazione. Ci sono già importanti dimostrazioni di maturità da parte di questa comunità; avete ricevuto la vicinanza anche della Regione con l’incontro coll consigliere Gazzetti».

 

«Qualcosa si è mosso, ci sono già associazioni che hanno dato disponibilità al vicesindaco per occasioni di inclusione in contesti anche sportivi. Quel matto che ha rappresentato un’idea che non è un’ideale, si scontra con una realtà di segno opposto. La nostra realtà è completamente opposta. Fin sa subito abbiamo condannato quelle scritte; oggi vi abbiamo invitato qui, in quest’Aula, dove si concretizza la costituzione e la democrazia. Il 29 novembre prossimo sarete assieme a noi alla Festa della Toscana alla Casa Famiglia di Stagno. Siete i benvenuti sia perché questa è comunità accogliente, sia perché siete cittadini del mondo, infine perché tanti nostri antenati hanno fatto il vostro stesso percorso. Se vi ritroverete (e mi auguro di no) davanti a queste scritte e simboli, sappiate che sono fatte da persone da commiserare e compatire che hanno molti problemi di carattere umano; non conoscono la solidarietà e l’integrazione. Non dategli peso», ha concluso il sindaco».

 

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